Venerdì nero senza preavviso

Il vicedirettore de La Nazione risponde ai lettori

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 28 novembre  2015 - CARO DIRETTORE, ieri era Black Friday, questa nuova moda importata dagli Stati Uniti che ci vorrebbe far correre a fare shopping anche quando non ce ne sarebbe bisogno. In tv non s’è parlato d’altro. Soprattutto non s’è parlato dei treni che erano in sciopero. Così il caos è raddoppiato.

Alfredo Marchetti, Lucca

IERI è stato proprio un venerdì nero. Detto e vissuto all’italiana, però. Perché lo sciopero, che ha portato alla paralisi dei collegamenti ferroviari, ha messo in ginocchio non soltanto le Ferrovie ma soprattutto i viaggiatori. Così, chi aveva scelto di spostarsi per il primo dei fine settimana prenatalizi, attirato pure dagli sconti eccezionali dell’evento americano, si è ritrovato in coda agli sportelli lunghe ore, fra un biglietto da fare e un altro da sostituire per via dei treni cancellati. E qui, aspettando, ha avuto tempo e modo di rendersi conto che in quel caos sarebbe potuta accadere qualsiasi cosa. Quando si cerca, come in questo drammatico periodo, di garantire la sicurezza nei luoghi pubblici, e dunque anche nelle stazioni, non ci si possono permettere alcune libertà. Quella di sciopero, in questo caso e in questo momento, andava perciò sacrificata.

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