Undici stelle viola e l’allenatore. Fiorentina, novant’anni di passione in edicola

Il 3 maggio il primo dei dodici poster in omaggio con La Nazione

Gabriel Omar Batistuta

Gabriel Omar Batistuta

Firenze, 28 aprile 2016 -  CHE anno, il 2016. Se togliamo lo sguardo dall’attualità del campionato, chiudiamo gli occhi e facciamo luce nei nostri cuori tifosi, vediamo che è un periodo che pone la Fiorentina al centro del calcio nazionale. I perché sono molteplici e tutti ricchi di significati. A cominciare dal fatto che la Fiorentina è nata nel 1926, e quindi quest’anno fa novant’anni. Non solo, nel 1956 undici magnifici calciatori viola vinsero per la prima volta lo scudetto: sono passati sessant’anni, ma per molti il concetto di tempo è relativo. Li sentiamo vicini a noi, di famiglia, così come tutti gli altri che per un verso o per un altro hanno vestito la maglia viola. Ecco che «La Nazione», il giornale di Firenze, intende partecipare a questi due compleanni con una iniziativa rivolta ai nostri lettori: dodici poster «Viola nel cuore» di calciatori e allenatori scelti con la sola voce che conta, quella del cuore. Saranno distribuiti gratuitamente insieme al quotidiano da martedì 3 maggio: due uscite la settimana, con secondo appuntamento in edicola il giovedì successivo.

UNDICI giocatori e un allenatore, il Petisso Bruno Pesaola. Lui, a capo di una squadra di giovani capace di vincere il secondo scudetto, nel 1968-69. A lui siamo legati perché interpretava il calcio come uno sport dove ancora contavano valori come l’amicizia e il divertimento. Dicevamo che la scelta è stata sofferta (ci perdoreranno tutti i campionissimi che non hanno trovato spazio nelle foto di questa iniziativa) ma al tempo stesso immediata. Abbiamo pensato ad istantanee che raccontassero meglio di qualsiasi parola l’anima di un calciatore. Ecco che c’è Antognoni al cross, con la sua postura perfetta, degna di una statua. Giuliano Sarti con la sua maglia linda a fine partita, segno di un senso della posizione così straordinario da fargli evitare tuffi inutili.

C’È RUI COSTA, il principe di Firenze, che lasciò la città in lacrime per andare al Milan. E tanti altri, da Batistuta a Julinho, l’ala triste che fece innamorare Firenze con un dribbling. E poi il Caudillo Passarella, eroe di un’Argentina campione del Mondo e di una Fiorentina spettacolare guidata da Picchio De Sisti, un altro nostro beniamino che abbiamo voluto omaggiare. Gli altri non ve li diciamo per non farvi perdere il gusto dell’attesa. Una collezione da tenere in libreria, in un posto non accessibile a tutti, come i ricordi più cari.

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