Un mal Comune che non tocca tutti

La lettera

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 22 luglio 2014 - CARO DIRETTORE, per l’ennesima volta i giornali scrivono che i Comuni taliani veleggiano purtroppo verso la bancarotte: almeno 180 sono a rischio default. Ma mentre da un lato ci piangiamo addosso, dall’altro non possiamo non constatare che Roma e Napoli hanno ottenuto agevolazioni. Come al solito, in Italia predichiamo bene razzoliamo male... Giorgio Bordin, Pisa

Risponde il vicedirettore de La Nazione Mauro Avellini

L’INCERTEZZA E’ LA PRIMA CAUSA del dissesto di molti Comuni italiani. Slittano ancora a fine settembre (l’anno scorso era novembre) i tempi per la presentazione dei bilanci preventivi e in questa situazione è quasi impossibile definire la quantità e il livello dei servizi, dagli asili ai trasporti, alle mense. Solo in questi giorni sono state comunicate le assegnazioni provvisorie, ma l’Anci ha già fatto sapere che mancherà almeno un miliardo, dopo che dal 2011 a oggi i Comuni avevano già perso più di un terzo delle risorse. E anche chi ha già incassato Tari e Tasi dovrà rimettere le somme sul piatto in attesa di conoscere le disponibilità dal fondo nazionale di solidarietà. Un vero disastro, specie per i piccoli, con le spese correnti che nei primi sei mesi sono addirittura cresciute. Soffrono tutti, con la differenza che i grandi Comuni hanno margini di manovra più ampi, anche in ambito legislativo e riescono a far cassa con altre voci, dalla tassa di soggiorno ai musei comunali. Nelle metropoli più debiti, più voti e forse anche qualche protezione in più. 

 

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