Tragedia di Lampedusa, una preghiera per chi 'muore di speranza'

Veglia in Santa Maria Maddalena dei Pazzi alla vigilia dell'anniversario: per dare un nome al volto del clandestino

Icona sui migranti

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Firenze, 2 ottobre 2014 - Alla ricerca di un nome “clandestino”. Clandestino ma non voluto, reso anonimo non per scelta ma per rigetto. Mentre qualcuno vende armi, altri le usano, scoppiano guerre, tanti fuggono per cercare futuro, preservare i figli, salvare un nome, si direbbe con una formula classica, “per cercare il pane”. Anche la preghiera fa uscire dall'anonimato, magari fa stare tra le onde per chiamare il nome – o sentirne l'eco - degli altri che lasciano la Siria, l'Iraq, l'Africa subsahariana. La preghiera non li fa sentire soli, rende sensibili a quelli che sono di fatto fratelli nella stessa umanità. Giovedì 2 ottobre, a Firenze, alle ore 17.45 nella chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, in Borgo Pinti 58, si terrà una preghiera in memoria di quanti perdono la vita nei viaggi verso l'Europa, ricordandone le storie che si è potuto ricostruire, riportandone i nomi, la preziosissima parentesi della loro vita nel mare della storia.

'Morire di speranza': così è chiamata questa veglia, promossa su iniziativa della Comunità di Sant'Egidio alla vigilia dell'anniversario della tragedia di Lampedusa. E' una pausa d'ascolto e di memoria mentre si scopre e si riscopre che i “clandestini” sono persone con un nome e cognome. Per tanti versi sono proprio loro una chance per l'Europa, che ha un ruolo da giocare ed è un ruolo vitale per non congedarsi dalla storia, richiamando un’espressione di Benedetto XVI, e dalle sue stesse radici. La pace è ‘’l’autentica essenza del progetto europeo” per il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy che, ricordando la formazione dei padri fondatori dell’Europa ha efficacemente colto come essi abbiano innervato in politica “un progetto teologico”. Progetto che oggi si misura anche con l’immigrazione, punto di verifica della capacità del continente di guidare la storia.

In un recente convegno internazionale si è sottolineato come il passaggio di testimone dall’operazione ‘Mare nostrum’ a ‘Frontex plus’ non deve risolversi in un fallimento. Per Daniela Pompei, responsabile per l’immigrazione della Comunità di Sant’Egidio, se Frontex vuol dire “solo salvaguardia delle frontiere, non serve e non salva. Allora è meglio continuare Mare Nostrum che ha salvato piu’ di 117 mila persone”. Si tratta di svegliare l’Europa dal torpore e condurla sulla strada di un sano realismo suffragato dai dati. Sulla base di uno studio diffuso dalle colline di Fiesole, in sede di Istituto universitario europeo, il fabbisogno di immigrati in Europa per il 2015 è di cinque milioni. Tanti ne dovrebbero essere inseriti nel continente per mantenere lo standard di vita già eroso dalla crisi economica, per non morire di speranza “loro”, per non perdere le speranze “noi”.

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