Tav, anni di scavi e 700 milioni spesi. Ora Firenze frena sul maxi tunnel

Tutti a Roma per l’ennesimo summit: binari sotterranei o in superficie?

Cantiere TAV in via circondaria (Gianluca Moggi / New Press Photo)

Cantiere TAV in via circondaria (Gianluca Moggi / New Press Photo)

Firenze, 20 luglio 2016 - PIÙ CHE un nodo, quello dell’alta velocità fiorentina, a quasi venticinque anni dal primo protocollo d’intesa con le Ferrovie, sembra un enorme buco nero. Come quello già scavato per il ‘camerone’ della stazione Foster (a nord ovest del centro storico), ribattezzata ‘lo squalo’ per l’ardita forma della vetrata visibile in superficie. Domani a Roma, nella sala del consiglio di amministrazione delle Ferrovie, l’ad Renato Mazzoncini ha invitato il viceministro ai trasporti Riccardo Nencini, il governatore Enrico Rossi, il sindaco Dario Nardella, Trenitalia e la struttura tecnica di missione del Mit a un «incontro di approfondimento». Strana scelta di parole per discutere del sottoattraversamento Tav di Firenze. Una ‘robetta’ da 9 km di doppio tunnel a 25 metri di profondità che è in discussione da decenni, vanta un paio di progettazioni definitive e un non calcolabile numero di Via (valutazioni di impatto ambientale). Oltre ad almeno 700 milioni già spesi. Per non parlare della mega inchiesta (sui conci della maxi talpa Monnalisa, sulle mazzette incassate e sulle terre di scavo) che da tre anni ha semiparalizzato tutto (camerone Foster escluso) e che vedrà la prossima udienza a dicembre. Senza dimenticare la seconda inchiesta aperta dalla procura per corruzione nelle Grandi opere a carico di imprenditori e manager pubblici.

LA VIGILIA dell’incontro è ‘rovente’, da vero duello all’Ok Corral. Il sindaco Dario Nardella, incoraggiato dal ministro Delrio (a Renzi sindaco quello scavo non è mai piaciuto), è pronto a rivedere il progetto, costoso e già a rischio di salate penali. Lui accarezza l’idea di un passaggio in superficie che, trent’anni dopo, sarebbe reso possibile da «nuove tecnologie» nel frattempo sviluppate dalle Ferrovie. Sull’altro fronte il governatore Enrico Rossi: disponibile all’ascolto, ma pronto a mettere il veto assoluto («dovranno passare sul mio cadavere») se la nuova soluzione di Ferrovie non terrà in considerazione le esigenze e la sicurezza dei pendolari e dei treni regionali. «Se mi dimostreranno che la situazione migliora per tutti – ha detto ieri – valuterò le carte. Altrimenti resto convinto che la Toscana e Firenze abbiano diritto ad avere il sottoattraversamento e la separazione dei binari dell’alta velocità per il potenziamento del traffico pendolare promesso da decenni».

DI QUESTO benedetto tunnel, in effetti, non si è mai smesso di discutere visto il patrimonio storico e ambientale di Firenze e il delicato equilibrio delle sue falde acquifere. In realtà, all’inizio, era stata valutata l’idea di un attraversamento in superficie, poi scartata per gli edifici da demolire, il maggior inquinamento ambientale in termini di rumorosità e il rischio di nuovi ‘lacci’ ferroviari sulla città. Ora si torna a parlarne introducendo novità tecniche, certo, ma anche una piccola stazione in sopraelevata su quella di Campo di Marte (a nord est del Cupolone).

ALLA FINE sembra proprio tutta ‘colpa’ della stazione dell’architetto Michelucci con la sua bella galleria ‘di testa’. Insomma a Santa Maria Novella, nel cuore di Firenze i binari finiscono. E per ripartire bisogna sempre tornare indietro. Sarà vero anche stavolta?

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