Carrara, 16 novembre 2015 - ACQUA dolce sempre più salata all’ombra delle Apuane. Se Carrara combatte da dieci anni con il caro-acqua, dopo il passaggio dalla municipalizzata Amia a Gaia Spa, a Massa il salasso è cosa recente. Le reazioni per le bollette pazze del nuovo gestore, ormai metabolizzate nella città dei marmi, dove in 10 anni l’impennata nei costi è stata del 100 per cento, a Massa sono ancora in corso con cittadini sempre più infuriati e opposizione all’attacco su gare, costi, tariffe e servizi. Puntuali le precisazioni del gestore che in questi anni ha dovuto fare i conti con teste decapitate, esuberi da vergogna e conti che non quadrano mai.
Dopo che la nuova spa è stata vista come ghiotta occasione per politici e amministratori vari per assunzioni e prezioso bacino di affari, si è passati dai 274 dipendenti iniziali a quasi 500 con bilanci sempre più rossi che hanno costretto i 48 Comuni soci a varie ricapitalizzazioni che sempre sono ricadute sulla testa dei cittadini e sui crescenti zeri delle bollette. Senza parlare delle lotte intestine fra soci, cda, presidenti, direttori che hanno portato al taglio di teste di superdirigenti blasonati che dopo anni ci si è accorti servissero a poco. Così mentre il territorio, seppure con le sue mille sorgenti che scendono dalle Apuane, perde sempre più sovranità su servizi, costi, tariffe e bollette, i 450mila cittadini che gravitano dentro Gaia, da Pistoia a Lucca, a Massa Carrara, sanno che a ogni giro di boa la bolletta può sempre salire con sempre meno cura per le fasce deboli e per un territorio dalle già molte magagne. Tanto che la stessa Spa si è data un regolamento che prevede per i morosi la chiusura implacabile del contatore, senza tener conto che l’acqua, oltre al business che l’ha ribattezzata oro bianco, rimane pur sempre un servizio essenziale.
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