Accusati di aver stuprato in 'branco' una ragazza alla Fortezza, tutti assolti in appello

Il fatto risale al 2008. In primo grado i sei giovani erano stati condannati a 4 anni e 6 mesi / LA CONDANNA DI PRIMO GRADO / LA VICENDA

Un tribunale

Un tribunale

Firenze, 4 marzo 2015 - Tutti assolti in appello i sei imputati che in primo grado erano stati condannati a 4 anni e 6 mesi di reclusione con l'accusa di aver violentato in gruppo una ragazza, il 26 luglio 2008 in un'auto parcheggiata davanti alla Fortezza da Basso.

Gli imputati, tutti italiani, hanno fra i 28 e i 30 anni. Nel 2008 la ragazza aveva 23 anni. Per la corte d'appello di Firenze "il fatto non sussiste". In primo grado erano stati condannati per aver approfittato dello stato di 'menomata attenzione' della ragazza a causa dell'alcol.

Secondo l'accusa, la ragazza, dopo aver passato la serata insieme al gruppo di giovani, che la fecero ubriacare, venne accompagnata in un parcheggio vicino alla Fortezza da Basso, dove, in auto, avvenne lo stupro. Dopo la denuncia della ragazza, gli imputati vennero arrestati: rimasero un mese in carcere e circa due mesi ai domiciliari.

Secondo uno dei difensori, l'avvocato Francesco Maresca, "alla luce di una contestazione così grave, l'esiguità della misura cautelare scontata fa pensare che, fin dall'inizio, la stessa procura avesse dei dubbi sulla ricostruzione dei fatti". Alla lettura del dispositivo della sentenza d'appello erano presenti gran parte gli imputati. Molti di loro si sono commossi.

In primo grado erano stati condannati Lorenzo Lepori, 30 anni, che era conosciuto anche come regista amatoriale splatter, Riccardo Mechi, 28 anni, Leonardo Nazzereno Victorion, 31 anni, Niccolò De Angelis, 29 anni, Francesco Michelotti, 30 anni e Lorenzo Riccò, 28 anni. Era stato invece assolto Daniel De Mendoca Stride, brasiliano, 31 anni.

"Siamo molto contenti - ha continuato Maresca - la sentenza di primo grado andava riesaminata in tutti i suoi elementi. La Corte ha rivalutato le incongruenze della parte offesa", ha poi concluso ricordando che nelle motivazioni di primo grado i giudici mettevano in dubbio l'attendibilità della ragazza. Gli imputati hanno sempre sostenuto che la ragazza era consapevole e consenziente.

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