Il caso Fortezza: "Lei ha detto cose false su di noi. Solo per questo ci hanno assolti"

Parla uno dei ragazzi imputati: "Non ho mai fatto niente di male"

Leonardo Victorion, uno dei ragazzi assolti in appello per la vicenda dello stupro alla Fortezza

Leonardo Victorion, uno dei ragazzi assolti in appello per la vicenda dello stupro alla Fortezza

Firenze, 28 luglio 2015 -  LA VICENDA dell’ormai famigerato «stupro della Fortezza» (che però l’autorità giudiziaria dice non essersi mai verificato) è accaduta il 26 luglio 2008 in una macchina parcheggiata fuori dalla Fortezza da Basso. Da lì, insieme, uscirono sei ragazzi fra i 20 e i 25 anni e una 22enne: la ragazza accusò anche un settimo giovane di far parte del branco, ma alcune telecamere e i tabulati telefonici dimostrarono essere da tutt’altra parte e infatti venne assolto anche in primo grado. La ragazza, giorni dopo il fatto, denunciò lo stupro di gruppo e la procura, dopo gli accertamenti medici e le indagini, arrestò tutti i ragazzi: rimasero un mese in carcere e circa due mesi ai domiciliari. Il processo (nel quale il comune di Firenze si era costituito parte civile) terminò nel gennaio 2013 con la sentenza di condanna per sei dei sette accusati a 4 anni e 6 mesi di reclusione. I sei furono condannati per violenza sessuale di gruppo aggravata dal fatto che la vittima era ubriaca, cioè dal fatto che i violentatori avevano approfittato delle sue «condizioni di inferiorità fisiche e psichiche» a causa dell’alcol. In appello, tuttavia, la sentenza è stata ribaltata e i sei imputati sono stati tutti assolti con formula piena perché «il fatto non sussiste». La procura generale di Firenze ha deciso di non impugnare la sentenza, che è così diventata definitiva. Per la corte d’appello, che nei giorni scorsi ha depositato le motivazioni che hanno fatto esplodere le polemiche, si è trattato di una vicenda «incresciosa» e «non encomiabile per nessuno», ma «penalmente non censurabile». Le stesse indagini furono in effetti particolarmente complesse per l’accusa: la polizia scientifica ribaltò la macchina del presunto stupro ma non trovò la minima traccia né degli accusati né dell’accusatrice; la stessa ragazza confermò che i giovani la riaccompagnarono alla bicicletta senza problemi e che con essa lei tornò a casa; le testimonianze sono state plurime ma tutte univoche nel certificare l’altissimo tasso alcolico della serata. Ci fu stupro? Quei ragazzi sono colpevoli? Per la magistratura, al di là di ogni ragionevole dubbio, no.

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DUE MESI di carcere, in isolamento, a Sollicciano. Poi sette anni nelle aule giudiziarie, condannato in primo grado a un anno e quattro mesi e poi assolto, con formula piena, insieme agli altri cinque giovani coinvolti nella vicenda, perchè il fatto non sussiste. La sentenza di assoluzione è definitiva dal 18 luglio scorso. Né la procura, né la parte civile hanno fatto appello. Sentenza irrevocabile. Pronunciata da un collegio di due donne su tre, presieduto dal giudice Angela Annese. La vicenda è quella che è stata definita lo «stupro della Fortezza», a Firenze. Quando le cronache giudiziarie si sono placate, la ragazza che aveva denunciato di aver subito uno stupro di gruppo ha parlato della sua vicenda in rete: «Hanno giudicato me e la mia vita, non lo stupro» ha scritto. Sono divampate le polemiche, dilatate dai social. Oggi uno di quei giovani ci ha chiesto di potersi difendere.

CHI PARLA è Leonardo Victorion. Oggi ha 32 e vive a Cerreto Guidi. Fa il musicista. E’ un sassofonista, diplomato al conservatorio. Studia arrangiamento e composizione. La mamma è infermiera, il babbo è operaio agricolo. «Le cose da dire sarebbero tantissime. E io comunque – dice – ne avrei fatto a meno. Capisco che il tema della violenza sulle donne sia importantissimo, ma altrettanto lo è quello di una persona completamente scagionata dopo sette anni. Dopo due mesi di carcere in isolamento, a Sollicciano, dopo le offese, la gogna mediatica e ripercussioni di ogni tipo nella vita lavorativa e familiare. La mia famiglia ha sofferto tanto e i miei genitori si sono indebitati, forti comunque della certezza della nostra innocenza. Ora speravo che finisse tutto e invece tutto si ripresenta. Io sono innocente perché lei ha detto cose non vere. Ci ho messo la faccia, so a cosa andrò incontro, ma non potevo più stare zitto. Ci metto la faccia perchè so che non ho fatto niente di male».

IN TUTTA la vicenda, Leonardo Victorion, è stato sempre assistito dall’avvocato Maurizio Bozzaotre del foro di Pistoia. «Sono stati assolti – spiega l’avvocato Bozzaotre – perché non hanno commesso violenza, e in primo grado era già caduta l’accusa della coercizione. Tutto il racconto è stato clamorosamente smentito dai fatti e dalle risultanze del processo. La ragazza è stata ritenuta completamente inattendibile. Qui non interessa il modo in cui era vestita o la sua condotta di vita, qui non c’è nessuna considerazione moralistica. Non è per quello che sono stati assolti, ma perché ha raccontato cose smentite dai fatti. E parliamo di referti medici, perizie, documenti e testimonianze che hanno dimostrato come lei fosse totalmente inattendibile». E sul corteo di oggi? Victorion è chiaro: «Se le circostanze me lo permettessero, io stesso parteciperei alla manifestazione poiché nessuna donna deve essere giudicata per il suo atteggiamento sessuale o per il suo abbigliamento: sono affermazioni che condivido totalmente. Con rammarico devo dire però - conclude - che questa manifestazione sarebbe stata degna di miglior causa: infatti i motivi della mia e nostra assoluzione non sono legati a giudizi di tipo moralistico o tantomeno all’abbigliamento. Purtroppo sono state estrapolate alcune frasi della sentenza e inserite in un contesto totalmente diverso permettendo così di farne una facile strumentalizzazione».

Lucia Agati

 

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