Viola in vendita, Gli imprenditori: "La Fiorentina? Un patrimonio"

Abbiamo provato a isolare alcune delle figure di spicco del panorama fiorentino. Ecco chi sono i papabili e cosa pensano dell'annuncio dei Della Valle

I fratelli Diego e Andrea Della Valle

I fratelli Diego e Andrea Della Valle

Firenze, 28 giugno 2017 - «I DELLA VALLE? Penso che molti li rimpiangeranno, trovo le contestazioni di poco gusto, l’atteggiamento di frattura di una parte dei tifosi non mi piace e ho riserve che qualche famiglia importante italiana possa comprare la Fiorentina». Alessandro Bastagli, presidente di Lineapiù Italia e di A. Moda, ex patron di Everlast Firenze Basket, ha parole di stima per i fratelli Della Valle. «Comprare la Fiorentina? No, non potrei e non ho mai pensato di poterlo fare. I signori Della Vale hanno fatto molto investendo credo 250 milioni di euro in sedici anni. Ci saranno stati anche risultati poco soddisfacenti ma chi non può sbagliare? Il proverbio dice: chi non fa non falla. Resta il dispiacere, si poteva fare di meglio per ricucire con la città».

SULLA vicenda Fiorentina è intervenuto anche Luigi Salvadori, presidentre di Confindustria Firenze: «La famiglia Della Valle mi sembra che in questi anni non abbia mai voluto integrarsi nella città e tantomeno in Confindustria, dove sarebbe stata accolta a braccia aperte». A proposito dell’appello ai «fiorentini veri» Salvadori ha risposto dicendo che «noi siamo pronti a dare una mano, soprattutto se qualche volta si venisse coinvolti anche a livello di condivisione di scelte e consigli». Il presidente di Confindustria Firenze ha poi definito il comunicato della società viola «abbastanza provocatorio, perché «nel momento in cui si vuole vendere ci deve essere un prezzo e ci deve essere chi compra». Salvadori ha poi aggiunto di essere disposto «a lavorare sullo stadio anche senza i Della Valle, perché lo stadio va fatto e credo che Dario Nardella sia di questa opinione». Per Salvadori, a questo punto, si lavorerebbe per uno stadio «non da 400 milioni ma da 90, che comunque sarebbe bello, efficiente e moderno», anche se per uno stadio servirebbero un progetto e una società che lo possa gestire o ne sia proprietaria.

Secondo Aldo Cursano, presidente di Fipe-Confcommercio Toscana, «i risultati delle partite, influiscono almeno del 30%, in positivo o in negativo, sul numero degli scontrini emessi dai commercianti». Da qui, il richiamo alla responsabilità: «la Fiorentina è patrimonio di tutta la città. Non è solo questione di sport, ma anche di immagine e di identità collettiva. Il diritto alla critica va bene ma guai a offendere chi ha avuto il coraggio di investire per sostenere la squadra e portarla ai livelli d’eccellenza a cui è oggi».

Parla invece di «rispetto» per il patron, il marchese Lamberto Frescobaldi, al timone dell’omonima azienda vinicola che ha compiuto quasi 700 anni. «Per un mondo complesso come quello dello sport - dice - servono competenze che i Della Valle hanno. Spero che non gettino la spugna. Comprare la Fiorentina? No, preferisco restare dall’altra parte della bariccata, quella del tifoso». Non tutti gli imprenditori che abbiamo contattato hanno però voluto intervenire sulla vicenda. Motivi di opportunità. O chissà, forse di strategie.

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