di LUIGI CAROPPO

Firenze, 18 luglio 2013 - LUNEDÌ pomeriggio, nel bel mezzo dell’euforia viola perché SuperMarioGomez toccava per la prima volta l’erba del ’Franchi’, il direttore tecnico Eduardo Macia, girava tra gli spogliatoi e la sede viola con una cartellina sotto braccio. Aveva le foto e le schede con le caratterische urbanistiche di una serie di stadi spagnoli. Nuovi, nuovissimi. Progetti in divenire o piani già approvati. Gioielli per accoglienza e piacevolezza. Belli da vedere e ottimi per vivere la partita e attendere la sfida della propria squadra tra negozi, ristoranti, musei tematici. E’ questa l’ultima testimonianza di quanto la Fiorentina sogni e voglia avere un nuovo stadio. I miglioramenti del Franchi? Utili, ma un impianto moderno e di proprietà è tutta un’altra cosa. E si sposerebbe alla perfezione con il progetto di ripartenza varato dalla famiglia Della Valle dall’anno scorso quando la rinfondazione viola ha iniziato a dare i suoi frutti. Ora è arrivato Gomez e l’euforia è contagiosa. Lo stadio nuovo, è innegabile, fa parte del progetto Fiorentina.

E qui si inizia a dover dare concretezza alle idee e desideri partendo dal fatto che i rapporti tra sindaco Renzi e famiglia Della Valle sono buonissimi e che l’amministrazione comunale ha varato un percorso ben preciso (project financing) con passaggi formali. Palazzo Vecchio ha dato formalmente la disponibilità urbanistica ad accettare proproste. Palazzo Vecchio prevede il nuovo stadio alla Mercafir. La Fiorentina non ha detto no, ma vorrebbe attuare un piano in cui c’è anche l’area Mercafir, ma non solo. E lo sguardo si volge a qualche centinaio di metri dall’attuale mercato ortofrutticolo (che verrà riqualificato solo se si fa lo stadio nuovo): l’area di Castello (dissequestrata dopo il processo di primo grado e di proprietà Unipol).


E’ per ciò che il progetto stadio è in stand by. Fermo, ma non immobile. Perché c’è la disponibilità, sempre più forte a chiudere. Palazzo Vecchio spalanca le porte ai Della Valle, la famiglia del patron e del presidente onorario, è intenzionata a dare alla città uno stadio gioiello, ma che possa al tempo stesso coprire i costi e rendere. Renzi e i Della Valle si sono visti più volte anche dopo la partita in casa contro il Milan.

Il piano attuale prevede uno stadio da 40 mila posti, 18 mila metri quadri di commerciale di media distribuzione, con 8 mila di uffici e direzionale, 4 mila di turistico-alberghiero. Con la la possibilità di utilizzare gli spazi interni allo stadio per merchandising, ristoranti e altre attività. Si tratta, secondo Palazzo Vecchio, di un investimento stimato in circa 200 milioni con tremila posti di lavoro diretti e indiretti. Proprio per coprire gli investimenti, in attesa di sviluppi, ci sarebbe un socio orientale (giapponese?) dei Della Valle che potrebbe entrare in società con loro per la costruzione e la gestione del nuovo stadio.


Sarebbe prevista nell’area commerciale anche una «Strada della Moda» con grandi griffe che richiameranno a Novoli non solo gli appassionati viola. Turisti che sbarcheranno nel vicino aeroporto che un giorno, non troppo lontano, avrà anche la nuova pista.
E’ sui metri quadri extra stadio che si sono accesi i riflettori dei tecnici della famiglia Della Valle: possono garantire un ritorno di utili tali da ammortizzare l’investimento e dare una mano anche alla società viola? E se lo stadio si realizzasse in area Mercafir e l’area Castello diventasse, nell’ambito del medesimo progetto, area ricettiva e commerciale con la possibilità di moltiplicare le volumetrie con un parco a tema legato al calcio? Non è un’ipotesi da scartare a priori anche se, in tal caso, entrano in campo altre dinamiche di mercato (con Unipol appunto). Inoltre c’è da tenere presente che una spinta alla realizzazione del nuovo impianto potrebbe venire dalla nuova legge sugli stadi che, dopo polemiche e rinvii, potrebbe essere al rush finale in Parlamento.
Sognare si può, ci hanno insegnato i Della Valle. E adesso non è più utopia.