Rugby, gli azzurri si preparano per l'Argentina: "Consapevoli della nostra forza" / FOTO

Allenamento a porte aperte della Nazionale di O' Shea

Gli azzurri in allenamento al "Lodigiani"  (Germogli)

Gli azzurri in allenamento al "Lodigiani" (Germogli)

Firenze, 13 novembre 2017 - Giornata di allenamento diversa dalle altre, al vecchio Padovani, oggi al "Lodigiani" dove al posto dei Medicei a passarsi la palla ovale sono gli azzurri di Conor O’Shea. Il freddo allontana tanti appassionati, ma almeno 400 persone aspettano l’arrivo di Parisse e compagni. Touche, mischie, azioni di gioco spesso interrotte dal Ct e dal suo staff mentre dall’alto un drone registra movimenti da analizzare successivamente in una video analisi.

Sugli spalti anche alcuni giocatori dei Medicei, tra cui il ventiquattrenne Luciano Montivero, pilone argentino che dopo due anni a L’Aquila si è trasferito a Firenze. Nonostante adesso viva in Italia, Montivero non nasconde che, sabato alle 15 al “Franchi”, il suo cuore sarà per i suoi connazionali, i Pumas. “Gli azzurri non dovranno temere solo la mischia, forte, che lavora tanto come da nostra tradizione” – avverte Montivero – “ma anche il gioco aperto, le ali. Con l’Inghilterra il risultato di 21 a 8 è stato un po’ bugiardo perché l’Argentina avrebbe meritato di più”.

Un concetto ribadito poco dopo, al termine dell’allenamento, anche dal team manager azzurro Troiani: “L’Argentina è una squadra compatta fisicamente, con una difesa aggressiva, è migliorata molto negli ultimi anni. Contro l’Inghilterra ha anche dominato, pur senza finalizzare come avrebbe dovuto. L’affrontiamo con rispetto consapevoli, però, anche noi della nostra forza”. Nella settimana dedicata all’Italrugby, il “Mario Lodigiani” si ravviverà di nuovo sabato mattina quando ospiterà la Festa del Rugby, il tradizionale momento conclusivo del progetto di propaganda scolastica della Fir, organizzata dalla Federazione con l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria e con la polizia ferroviaria. Parteciperanno più di 1000 bambini anche solo per il piacere di vedere da vicino il testimonial d’eccezione Mauro Bergamasco, l’indimenticabile flanker della Nazionale con 105 caps all’attivo e uno dei soli due atleti al mondo ad aver giocato cinque Rugby World Cup.

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