Firenze, 18 novembre 2013 -  «’VIOLETTA’ la chiami febbre e follia? Sì, lo è. Ero molto perplesso quando mi hanno proposto questo spettacolo, perchè lavoro da una vita con grandi personaggi e perchè sostanzialmente amo la musica. Sinceramente ‘Violetta’ (al Mandela Forum il 31 gennaio e il 1 febbraio ndr) con me non ha niente a che vedere: ma quando vedi che 150mila biglietti li vendi in mezza giornata a prezzi alti, decisi non da me, ma dalla Disney mi devo tacere».

Mimmo D’Alessandro, basta la parola. E’ uno dei manager italiani che il mondo ci invidia, passato alla storia perchè nel 1987 ha saputo farsi dire ’sì’, unico al mondo, da David Bowie per un concerto allo stadio di Firenze rimasto storico: «C’erano 60mila paganti. Pensai che dopo aver portato Bowie in Italia avrei smesso di lavorare».
D’Alessandro, e invece?
«Poi mi capitò Paul Mc Cartney ed era il 1989. E fece due concerti: a Milano e Roma, mai successo prima in Italia. Allora ho cambiato idea e ho ho continuato a fare il mio lavoro. Che amo talmente tanto da non accorgermi, a volte, di lavorare».
Lei è anche l’inventore del Summer Festival di Lucca.
«E’ nato nell’88 a Viareggio, a Bussoladomani. Alla prima edizione c’era Miles Davis. Poi ci siamo spostati a Lucca: tutto è iniziato in sordina, ma il primo ad arrivare in piazza Napoleone fu Bob Dylan nel ’98. Da lì è nato tutto qusi per scommessa, anche quando sono arrivati artisti impensabili come Roger Waters o gli Eagles che mi ci sono voluti cinque anni per convincerli, nel 2001. Per non parlare di George Michael».
Per Violetta i biglietti costano circa dai 69 a quasi 270 euro. Ma ci sono ancora i poveri?
«Certo che ci sono. Ma, per paradosso, quando c’è molta crisi lo show biz va meglio di altri mercati. La gente ha bisogno di distrarsi. Se vai a un concerto diventa il tuo spettacolo, cioè un punto di incontro ti fa star bene. Guarda che l’emozione non si paga. non basta entrare in un negozio. Quello che fa emozionare è impagabile e non ha prezzo. Mentre se vai a una partita non ti rilassi perchè non sai se vinci o perdi, vai a un concerto e lì invece, canti, sorridi, conosci persone vicine a te. E’ un’emozione continua. E quando esci non cammini, voli».
Altra spiegazione?
«E’ quando tocchi i bambini, i figli. Gli One Direction hanno riempito tre stadi in pochissime ore, a prezzi altissimi. Tu mamma diresti no a un figlio? Oggi non usa più. I miei i no me li dicevano. Ma genitori di oggi, quasi mai e sono capaci di sopportare enormi sacrifici. Perchè i bambini non si toccano. Qualsiasi cosa dove ci sono i bambini di mezzo, ci puoi contare che tutti i concerti vanno esauriti in un minuto. Ti potrei parlare di cosa è successo per Justin Bibier».
Violetta è...
«Un’operazione perfetta, studiata nei minimi dettagli, dal merchandise al non sbagliare neppure un cavo. Le volte che ho aggiunto una data, è andata esaurita in un’ora. Per Violetta ho avuto richieste di biglietti da ogni tipo di persone: calciatori, attori, altissimi livelli delle istituzioni, e nessuno chiede un biglietto omaggio. Tutti vogliono pagare e vedere Violetta. Perchè la felicità di un figlio non ha prezzo».

 

Titti Giuliani Foti