Occhi e orecchie del pubblico erano puntati su di lei. Perché Francesca Dego, giovane e di bell'aspetto, è una solista ormai affermata dopo l'incisione dei Capricci di Nicolò Paganini per la Deutsche Grammophon. Ma è sicuramente riduttivo limitare alla sua eccellente prova nel Concerto per violino e orchestra di Felix Mendelssohn il commento del concerto al teatro Verdi, appuntamento della stagione dell'Orchestra della Toscana. Perché la serata con la direzione di Daniele Rustioni ha fornito molti spunti interessanti.

Innanzitutto è stato propro il legame sempre più stretto tra Rustioni e professori d'orchestra a colpire l'ascoltatore. Come direttore ospite dell'Ort, il giovane maestro aveva già dato una lettura convincente della Sinfonia n.2 "Lobgesang" di Mendelssohn la scorsa vigilia di Natale. La scelta è caduta nuovamente sul compistore tedesco, stavolta con la Sinfonia n.3 "Scozzese". E anche stavolta Rustioni ha puntato molto sulla cantabilità della composizione e sui temi che la caratterizzano lavorando in modo particolare sulla sonorità dei legni, degli ottoni, di viole e violoncelli ottimi protagonisti nei momenti a loro dedicati in partitura. Una propensione alla melodia che era già presente nella Suite di danze di Béla Bartók posta a inizio concerto e che si è unita alla grande valenza ritmica della composizione.

La coesione orchestrale è stata evidente anche nel Concerto di Mendelssohn dove però l'attenzione era rivolta a Francesca Dego. La quale ha affrontato con sicurezza la composizione evidenziandone sia la parte strettamente tecnica sia quella interpretativa. Qui, oltre al linguaggio romantico che contraddistingue la pagina, la solista è andata a scovare l'omaggio di Mendelssohn al genio di Bach nel primo movimento. Grandi consensi alla fine della sua prova, arricchita da due fuori programma nel segno del virtuosismo. Ma i consensi sono arrivati anche alla fine di tutta la serata, a sottolineare la lettura di Rustoni e il lavoro di squadra tipico di ogni orchestra alla ricerca della qualità.

Michele Manzotti