Firenze, 25 marzo 2013 – Ha dedicato una delle sue canzoni più belle a Sofia. Ed il Mandela Forum è scoppiato in un fragoroso applauso. Eros Ramazzotti, padre di Aurora e Raffaela Maria, la sera del suo debutto a Firenze col “Noi world tour 2013” non poteva non far arrivare il suo calore alla piccola Sofia. Per lei ha cantato ‘Più che puoi’, che nel 2000 aveva inciso insieme a Cher. Un testo non a caso inneggiante alla vita e alla necessità di assaporarla intensamente, in ogni suo attimo.

“Prima, quando ho cantato ‘Più che puoi’ – ha detto il cantautore romano, - volevo dedicarla a Sofia, la piccola bambina di Firenze che combatte contro una brutta malattia”. “Forza Sofia”, ha aggiunto Eros, tra gli applausi dei suoi fans arrivati da ogni parte della Toscana per rivederlo sul palco dopo l’ultimo trionfale concerto che risaliva al dicembre 2009.


Nonostante il tempaccio, i suoi ammiratori più convinti si sono messi in fila davanti ai cancelli del Mandela verso metà pomeriggio. Poi, alle 19, tutti via, di corsa, ad accaparrarsi i posti migliori sotto il palco. Bandane con le foto del loro beniamino, cerchietti luminosi e le classiche magliette ricordo: il popolo di Eros ha ancora una volta stretto il suo idolo in un forte abbraccio. “Non ci perdiamo mai un suo concerto – raccontano Elisa e Simona, trentenni arrivate dalla provincia aretina -. Siamo cresciute con le sue canzoni, che continuano a fare da colonna sonora ai momenti, belli e brutti, della nostra vita”.

Poche le ragazzine ad acclamarlo: ormai l’età media dei ‘ramazzottiani’ è salita a 35-40 anni. Sugli spalti non mancano però giovanissime come Federica ed Eva. Hanno dodici anni e, ridono le loro mamme, “sono cresciute a pane ed Eros”. Eccole lì, dunque, a cantare a squarciagola tutte le sue canzoni ed a scattare le immancabili foto ricordo. Ma sotto il palco spunta pure qualche capello bianco. “Ebbene sì – quasi si vergogna una signora -. Nonostante non sia più giovanissima, pur di ascoltare Eros starò quattro ore in piedi. Amo le sue melodie, così dolci e rilassanti. È l’unico artista di cui seguo i concerti”.


Alle nove in punto, s’abbassano le luci. Il Mandela è percorso da un fremito: Eros sta per comparire, tra i giochi di luce del suo avveniristico palco. Come per magia, si alzano i tre grandi triangoli bianchi che formano la struttura modulare della scenografia che, realizzata tra gli Stati Uniti e il Belgio, si compone di figure geometriche tridimensionali in continuo movimento. Lo show inizia, un po’ a sorpresa, con ‘Ancora vita’ per poi attaccare con uno dei successi dell’ultimo album, ‘Sotto lo stesso cielo’.

Tutto il Mandela canta insieme ad Eros. Braccia alzate ed IPhone illuminati per immortalare i momenti più belli del concerto. Praticamente spariti gli striscioni, forse perché ormai soppiantati dai social network, dove si moltiplicano i messaggi d’amore per il cantante. Su Facebook, la sua pagina ufficiale vanta 1.914.387 consensi. “Sono tornato a casa adesso dal concerto di Firenze – il post di Dario -. Questa è la quarta volta che ho visto un tuo show e devo dire che ci sorprendi sempre... Grazie per le emozioni che dai a tutti noi”.
Il concerto è poi proseguito tra i brani di oggi (da ‘Polaroid’ a ‘Fino all’estasi’, per arrivare in chiusura all’acclamatissima hit ‘Un angelo disteso al sole’) e i vecchi successi che hanno fatto di quel ragazzo di borgata una delle stelle del firmamento musicale mondiale: ‘Terra Promessa’, ‘Adesso tu’, ‘Ti sposerò perché’ e ‘Dove c’è musica’. Due ore di grandi emozioni che volano in un soffio. “Grazie Firenze!”, l’urlo finale di Eros. E stasera si replica, sempre al Mandela Forum.
Elettra Gullè