Firenze, 28 settembre 2012 - L'attesissima notte del Rock, con la 'r' maiuscola, è passata non senza lasciare il segno. Ieri sera sul palco dell'Hard Rock Cafè, in piazza della Repubblica, diecimila fan in delirio hanno acclamato il re del Rock Iggy Pop che ha mandato lettralmente in delirio la folla. Il grande spettacolo si è consumato tra groupie quasi integralmente nude sul palco, microfoni e aste sfasciati, amplificatori fisicamente violentati, stage diving a ripetizione sulle teste della folla impazzita. E' stato impossibile fermare, o anche solo di frenare, la furia del 65enne Iggy Pop e dei suoi Stooges. E la legione di gorilla del servizio d'ordine ha fatto fatica a contenere l'energia debordante dei diecimila assatanati.

 

Niente di nuovo, Mr Osterberg, convocato ieri sera nel capoluogo toscano dall'Hard rock per un concerto gratuito che ha richiamato scalmanati da ogni parte d'Italia (potrebbe essere l'ultima apparizione degli Stooges in terra tricolor, il prossimo anno dicono stop ai tour in giro per il mondo) dà vita a show incendiari da 40 anni. Ma lo fa ancora dannatamente bene, seminudo, con tutte le sue rughe, strizzato e fradicio di sudore dentro un paio di jeans attillatissimi.

 

Del resto, con attacco di concerto con la polveriera Raw Power, non c'era da aspettarsi niente di diverso dal delirio subitaneamente esploso nella piazza. L'iguana non dà tregua, cazzotta il pubblico con le mazzate di Search & destroy, rincalza con il ritmo frenetico di Shake Appeal e mentre bassista, batterista sassofonista creano all'unisono la colonna sonora della rivoluzione, Iggy ha sfiancato il suo staff costretto a ripescarlo continuamente dai suoi tuffi in mezzo al pubblico.

 

Per non spaccare i cuori al collasso di un pubblico stremato già a metà concerto, il vecchio Iggy si è preso una pausa più riflessiva con la celebre The passenger, capolavoro del suo repertorio solista, poi ha dato fuoco alla sua nevrosi urbana con No fun e la sua leggendaria cover dei Kingsmen, Louie Louie. Più di un'ora e mezzo di massacro, in nome del rock'n'roll più primitivo e viscerale. Com'è sempre stato, e come sempre sarà fino alla fine dei giorni dell'Iguana (con la I maiuscola).