Con 'Romeo e Giulietta'. Alessandro Preziosi: ‘Torno da Mercuzio'

Da martedì 7 al 12 febbraio al Teatro della Pergola Lucia Lavia e Antonio Folletto grandi protagonisti

Alessandro Preziosi

Alessandro Preziosi

Firenze, 4 febbraio 2017 - NON perchè sia mio, ma perchè è veramente bello anche tutto l’allestimento di questo spettacolo. E poi, perchè è stato il primo provino che ho fatto con Proietti quando volevo fare l’attore e per lui cercavo di essere il migliore Mercuzio del mondo: era il mio test di ammissione alla sua scuola per attori. Per me questo ruolo è stato la scoperta della parola, perchè Mercuzio ha una natura funambolica, il ruolo più divertente e compresso che abbia interpretato».

Alessandro Preziosi torna a Firenze, un po’ anche la sua città, da martedi alla Pergola con un applauditissimo adattamento di «Romeo e Giulietta» di Shakespeare nella versione di Andrea Baracco, traduzione di Quasimodo. Lucia Lavia è Giulietta, Antonio Folletto è Romeo e Preziosi interpreta, appunto, Mercuzio.

Preziosi, ma non stanca mai questo testo?

«Impossibile. E’ uno dei lavori più difficili di Shakespeare perchè rischia il già sentito e il già visto ogniminuto. Ma fa tremare le gambe ai registi, come ai protagonisti, proprio per le sue battute sentite in maniera ridondante e ossessiva. Non stanca perchè la società a cui si riferisce si può cogliere in una chiave diversa e attuale».

L’allestimento? «E’ una costruzione più legata al concetto che alla tradizione. Baracco ha fatto di Mercuzio un personaggio ambiguo, quasi pornografico, nè maschio nè femmina, che più di ogni altro sente l’innata inadeguatezza e allora folle rincorre versi e costruisce mondi, finchè, pazzo di gelosia, si lancia come Aiace su una lama affilata».

La storia di due ragazzini o di un amore vero?

«Di un uomo e una donna che si amano così tanto da morire uno per l’altra, due irresponsabili che invece di avere l’amore nel cuore ce l’hanno solo nei loro occhi. E questo è più che mai percepibile dallo spettatore: i testi di Shakespeare parlano da soli anche per attualità».

Un amore vissuto così drammaticamente non è troppo anche per Shakespeare?

«Ma no, perchè non sono due innamorati che vivono l’amore secondo un copione visto. La loro irresponsabilità è la chiave della storia: sono figli di due famiglie in lotta e forse senza questo impedimento non sarebbe neanche valsa la pena di parlare di loro. D’altronde, che amore è un amore che chiede all’altro di rinnegare il suo nome, e perfino il suo essere?».

E Mercuzio?

«E’ lui che ritarda la tragedia. Finchè è in giro, non può cominciare. Ti dico di più: mi piacerebbe molto vederlo, se non fossi in scena».

Con Preziosi: imperdibile.

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