Aleandro Baldi, il ritorno. "Una nuova vita musicale da autore"

Dal collegio con Andrea Bocelli a oggi: riflessioni d’artista

Aleandro Baldi

Aleandro Baldi

Firenze, 9 maggio 2017 - "Perché non mi hai rivisto a Sanremo? E’ difficile capirlo e spiegarlo. Qualcuno mi disse che se ci fosse stato Bocelli non ci sarei potuto stare io. Boh. Io non l’ho mai capita bene questa cosa. In Italia diventano difficili equilibri dove meno te lo aspetti". Aleandro Baldi, il ritorno. Impossibile dimenticare la sua consacrazione nel 1992 quando vinse la categoria Nuove proposte del Festival cantando in coppia con Francesca Alotta. Oggi lo ritroviamo con un sacco di bei progetti, primo fra tutti quello giusto: affermarsi come autore.

Aleandro dopo aver scritto ‘Non amarmi’ non credo sia difficile.

"Era un brano dell’album ‘Il sole’ che fece un grande successo, restando in classifica per mesi e primo in classifica per lunghe settimane".

Una canzone tradotta?

"Sì, in spagnolo, cantata da Jennifer Lopez e Marc Anthony, che l’hanno portata al successo internazionale".

Bocelli e Baldi: mi risulta che siate amici fin da bambini.

"Diciamo che ci conosciamo da moltissimo tempo, che siamo stati in collegio insieme che abbiamo quasi la stessa età. E che lui già da piccolo era migliore di me. Ma amici nel senso stretto della parola, no".

E in che senso allora?

"Ci siamo incrociati in collegio. Quando arrivò, già cantava e io, invece, più che altro suonavo la chitarra e mi accompagnavo. Non ho mai avuto una voce lirica. I miei riferimenti erano il Banco, la Pfm, cioè il progressive pop. Per un periodo non mi è fregato niente delle canzoni. E le prime cose che ho scritto erano condizionate da quel genere lì. A Sanremo, certo non pensavo. Con Bocelli ci siamo ritrovati forse nel ’94 a Sanremo. Ma non abbiamo mai avuto progetti insieme perché avevamo collocazioni diverse. Poi lui era già cantante lirico fin da piccolo e molto dotato. E io no. Tutto qui".

Perché stava in collegio?

"Erano scuole particolari, a Reggio Emilia, l’unico mezzo per poter imparare per un non vedente era frequentare questi istituti. Poi a Firenze mi sono diplomato come massofisioterapista".

Era uno studente tranquillo?

"Ai tempi del liceo facevo parte di una cellula studentesca che voleva che i poliziotti potessero avere un sindacato. Ho partecipato a diverse manifestazioni: forse ero anche un rivoluzionario".

E come ha iniziato a cantare?

"Avevo scritto alcuni pezzi e mi portarono da Giancarlo Bigazzi che mi ha dato tante cose nella sua vita, compresa l’idea di cantare a cui non avevo pensato. Su suo consiglio ho tentato il primo Sanremo nell’86 con ‘La nave va’ che servì per farmi conoscere".

Il grande successo, l’amore del pubblico e questa nuova strada.

"Il dispiacere è che nella mia vita artistica sia emerso troppo poco il fatto che io sia cantautore, e non solo un cantante. Per questo ho deciso di scrivere testi e focalizzarmi soprattutto su questo. Ho notato che la prospettiva cambia in base alla maturità".

Cioè?

"La differenza è: quando sei famossissimo canti per farti sentire e quando sei meno famoso canti per far sentire quello che scrivi. E che poi canti".

Per chi sono le nuove canzoni?

"Per Massimo Ranieri, Zi Nicola e Donna del Sud, molto nelle sue corde".

La sua collega Alotta ha detto che tornerete insieme a cantare.

"Già, l’ho sentita anch’io. Ma non è vero. Chissà perché in tv si deve spesso inventare".

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