Firenze, 19 gennaio 2014 - La voglia di fare cinema? Può divenire un’ossessione. Può diventare un dèmone che ti esalta e ti abbatte, che ti mangia le ore, i minuti, i pensieri. Altrimenti, non si spiegherebbe perché le scuole di cinema – nonostante la crisi che ci prende tutti alla gola – siano ancora così piene, e vibranti di entusiasmo.

Questo tema può anche diventare il soggetto di un film: l’ossessione di un ragazzo che vuole fare l’attore, costi quel che costi. Il film è “Cavallo di Troia”, l’ultimo lavoro di Giuseppe Ferlito, che verrà presentato in anteprima nazionale martedì sera al cinema Fulgor, alle 20.30 e alle 22.30, alla presenza del regista e di tutto il cast. Prezzo speciale a 5.50 euro, solo per quella sera.

Ferlito, agrigentino, cinquantanove anni, ha già vinto numerosi premi in festival nazionali e internazionali come regista di film indipendenti: ha lavorato con Monica Guerritore e con Roberto Farnesi, e ha tenuto a battesimo il primo Leonardo Pieraccioni.

 

Il suo film è anche un caso più unico che raro, nel panorama del cinema nazionale. Non ha ricevuto neanche un centesimo di finanziamenti pubblici, ed è stato girato tutto con le risorse “interne” della scuola di cinema che dirige, il Laboratorio Immagina di Firenze. Non tanto soldi, quanto un prezioso capitale umano: tutti gli attori e tutta la troupe – dall’aiuto regista al fonico – fanno parte della scuola di cinema. Tutti orchestrati da Giuseppe Ferlito.

 

Tra i “ragazzi” del film, ce n’è uno molto speciale. Giorgio De Giorgi ha più di ottant’anni. Una vita passata nel teatro, e adesso una nuova giovinezza come attore di cinema. Giorgio possiede un arco di espressioni, una gamma dinamica di toni da far venire i brividi: sa sussurrare e sa indignarsi, sa essere tenerissimo e arrogante. Un attore di razza, “scoperto” da Ferlito nell’età in cui altri si dedicano solo alle passeggiatine nei giardini.

 

Firenze, nel film, diviene una piccola Hollywood: nelle riprese notturne da Monte Morello, la distesa di luci lì sotto sembra Los Angeles. E per un attimo ci sentiamo a Mulholland Drive. Echi di tanto cinema, da “Effetto notte” di Truffaut al “Cigno nero” di Aronofsky. Tra gli attori, tutti bravi, Alessandro Massini colpisce per una invincibile fragilità nello sguardo. Francesca Cellini (nella foto) recita – e  canta – con grinta e talento da fuoriclasse.