Firenze, 24 febbraio 2112  -  CHRISTIAN Gravina, Rosalia Misseri, Graziano Galatone, Noemi Smorra, Vittorio
Matteucci, Giò Di Tonno
. E cioè, in ordine: Frà Cristoforo e il Cardinale Borromeo; la Monaca di Monza; Renzo; Lucia; l’Innominato e Don Rodrigo. Ma anche e soprattutto lui, il maestro il regista del kolossal «I Promessi Sposi», opera moderna: Michele Guardì.

 

Sono stati i fantastici ospiti dell’auditorium de La Nazione per un indimenticabile incontro di cui è stato regista, manco a dirlo, lo stesso Guardì, tra gli applausi dei nostri lettori. «Amo il teatro che fa parte della mia natura — ha detto —. Fin da piccolo, già rompevo le scatole. Nel ’55 non c’erano ancora riflettori e per la festa di San Tarcisio, al mio paese, Casteltermini, me li feci costruire. Dicevano in casa: cosa fa Micheluccio? Solo teatrini».

 

Racconta Guardì, in piedi, sul podio dell’auditorium. Racconta la sua vita, l’impegno sociale — nelle sue trasmissioni è nata l’Admo, per la donazione del midollo osseo— e l’attenzione particolare che ha per le persone: in una parola il rispetto. Il signore della televisone — regista, autore, ideatore di trasmissioni come I Fatti Vostri, Piazza Italia, Il lotto alle otto, Telethon, Scommettiamo che? e altre di grande successo — con «I Promessi Sposi» torna al suo primo amore, il teatro. «Vedere loro — indica gli attori— sul palco è assistere a una trasformazione: diventano i personaggi che interpretano. E ogni volta e quando posso seguirli, sono immensamente commosso e sono grato al loro lavoro, all’impegno e per quello che fanno per lo spettacolo e le persone che lo vanno a vedere». In auditorium quasi una seduta psicanalitica: il maestro Guardì spiega l’etica, perno del suo lavoro. La sua aneddotica incanta: una signora dal pubblico lo ringrazia commossa per quello che dà attraverso i programmi Rai. I «suoi» attori, come il pubblico, non perdono battuta.

Lunghi interventi,  molto interesse: «I Promessi Sposi sono un segnale che credo ci volesse— ammette il maestro —. I valori dell’uomo, difetti e virtù sono universali. Lo specchio di noi stessi». 

'I promessi sposi' sarà in scena al teatro Verdi fino a domenica 26 febbraio.  


                                                                                                                                                                          Titti Giuliani Foti