Vype, nuove frontiere per la sigaretta elettronica, sperimentazione a Firenze

Le strategie di Bat, che investe sulle nuove tecnologie

Una sigaretta elettronica (Ansa)

Una sigaretta elettronica (Ansa)

Firenze, 17 maggio 2016 - La Toscana punta sulle nuove tecnologie e guarda al futuro, anticipando i tempi. Firenze è infatti stata scelta come sede - sia a livello italiano, sia su scala internazionale - per il lancio di Vype, l’ultima frontiera di quelle che, una volta, si chiamavano sigarette eletroniche. Ma che, oggi, grazie alla ricerca sviluppata dai laboratori della British American Tobacco di Southampton, nel sud dell’Inghilterra, sono veri e propri diffusori di vapore. Senza traccia di tabacco, con o senza nicotina, ma in grado di offrire il piacere delle vecchie sigarette.

Secondo alcuni studi effettuati proprio a Southampton, basati sulle sostanze chimiche individuate dalla Food and Drug Administration e dall’Organizzazione mondiale della sanità, rispetto a una sigaretta tradizionale l’uso di Vype ridurrebbe le emissioni dannose di circa il 99%. Inoltre, stando ai risultati di una ricerca pubblicata dal “Royal College of Physicians” le e-cig costituirebbero un valido aiuto per smettere di fumare. In tutto questo, per una volta, Firenze fa da apripista, per un test che sta dando i risultati sperati.

Uno studio sulla riduzione delle emissioni chimiche nocive

“Abbiamo scelto Firenze - dice da Londra Kingsley Wheaton, Managing Director della divisione Next Generation Products del Gruppo Bat - perché ha dimensioni e carattere delle persone perfette per una prova del genere. Partendo da Firenze Vype arriverà entro quest’anno in tutta Italia. Il mercato dei ‘diffusori’ è ancora limitato, circa l’1%, ma tendente alla crescita. Al contrario dell’andamento delle sigarette, le cui vendite diminuiscono ogni anno della stessa percentuale”.

“La e-cig è un prodotto innovativo e non una sigaretta tradizionale - aggiunge Wheaton - e non capiamo perché la Corte di Giustizia Europea equiparari alle sigarette un prodotto che non contiene tabacco”.

Intanto, però, Bat continua ad investire sul fronte delle nuove tecnologie e della ‘riduzione del danno’: dalle sigarette elettroniche (che hanno segnato comunque un +86% di consumatori tra il 2013 ed il 2015) ai ‘riscaldatori di tabacco’, fino agli aerosol di nicotina, brevettati nel Regno Unito per essere venduti con licenza farmaceutica. Sui prodotti di nuova generazione Bat ha investito ben 750 milioni di euro negli ultimi cinque anni, 170 nel 2015. Lasciando poi a Firenze il compito di capire se questo investimento possa avere - come sembra - possibilità di successo. 

ll report 2015 della Bat

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