Si parla di pedaggi ma non di sviluppo

La lettera

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 1 agosto 2014 - CARO DIRETTORE, ci mancava solo questa: i maxipedaggi sulle superstrade (una su tutte la Orte-Ravenna). Un bel regalo, non c’è che dire, che ci tartasserà ancora di più. I governi non sanno più che cosa inventarsi per spillarci soldi: per andare al lavoro sborseremo cifre più alte che non se andassimo in autostrada. Ma pensino a evitare gli sprechi! M.N., via mail

Risponde il vicedirettore de La Nazione Mauro Avellini

COME AL SOLITO non si guarda più in là del proprio naso. Una nuova autostrada potrebbe non servire, ma di sicuro non per le ragioni che si continuano ad avanzare. La questione del pedaggio, ad esempio, che oggi appare centrale, è invece fuorviante. Se l’opera fosse realizzata in tempi ragionevoli e avesse le caratteristiche di una «vera» autostrada sfido chiunque, a cominciare dagli operatori economici, a ritenere dannosi il progetto e il pedaggio, oggi improponibile. Al nord si viaggia solo in autostrada fin dentro casa e nessuno protesta. Il problema vero è che il traffico diminuisce e altri vent’anni di ruspe, viadotti e gallerie forse non sono sostenibili. In epoca post-unitaria si perdeva tempo, per ragioni di campanile, a litigare sui tracciati. Con la conseguenza che l’Umbria rimase esclusa dalle grandi direttrici ferroviarie e autostradali. Anche oggi non si parla di opportunità, ma di esenzioni al pedaggio. Il concetto è: piuttosto che uscire dalle logiche di voto e di bottega ci teniamo le buche. Mentre il mondo cambia e cambierà. Anche tra Orte e Ravenna. 

 

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