Shel Shapiro, musica e impegno. "Canto contro l’omologazione"

Prima del concerto apericena francese dello famoso chef Jean Michele Carasso / LA VIDEOINTERVISTA

Shel Shapiro

Shel Shapiro

Firenze, 24 luglio 2014 - «ARTISTI? In Italia ce ne sono tanti che mi piacciono: per esempio Fabri Fibra, Marracash, Negramaro li seguo abbastanza. Non seguo quelli meno conosciuti. Anzi, è diverso, non ho occasione di seguirli o di sentirli anche perché sono occupato con i miei progetti ma, se mi capita, li osservo con interesse. Di gente brava c’è n’è, tendenzialmente e molto ispirata da quello che esiste già. Sarà per questo che io odio i talent show, cioè non è che li odio, è che non credo che i veri talenti escano da lì». Shel Shapiro il fascinoso ritorno. Sarà oggi a Firenze alle 21 tra parole e musica, con i solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo. Ospite d’eccezione della serata del Balagan Cafè. Non solo un cantante Shel Shapiro-David-Norman, ma una vera icona della musica beat di origine russo-ebraiche che si nel giardino della Sinagoga di via Farini, 6.

Cosa ascolteremo Shel? «Un misto di culture messe insieme, lo chiamerei un minestrone fatto molto bene, con quel suo sapore fantastico. Suonerò le mie canzoni rifatte e rielaborate dall’orchestra cone Enrico Fink. Musiche anche dei miei brani più famosi, riarrangiate a modo loro, che hanno il potere di farti entrare in un altro mondo. E a me va benissimo».

Qualche titolo? «Faremo ‘Sarà una bella socità’, ‘Che colpa abbiamo noi’, ‘C’è una strana espressione’. Ieri (due serefa, ndr ) eravamo a suonare vicino ad Arezzo, è stato un fantastico casino. In scena ci sono io più altri quattro musicisti e basta».

Quanto è cambiata la musica di Shapiro ex leader dei Rokes? «Guarda, la mia musica combatte ogni giorno con fatica e impegno per trovare uno spazio non omologato. Perchè per me questo è il più grande dei guai. L’omologazione. La musica di oggi, tende a essere tutta così, ma la mia no. E lo dico con tutte le mie forze, che sono tante. Allora, forse per punirmi, spesso e voltentieri è difficile farmi sentire o essere sentito. Anche perchè ho notato che la gente spesso e volentieri, in generale, non vuole sentire. Tiene saldamente gli orecchi chiusi e subisce l’omologazione».

Shel dopo esperienze in teatro, ha trionfato nel ruolo di Caifa in Jesus Christ Superstar. La rivedremo qui?

«Caifa è rimasto un bellissimo ricordo perchè non tornerò in scena dopo il debutto a Roma. In questa nuova edizione non ci saremo nè Simona Bencini, nè i Negrita, nè io. Non ho ben capito perchè, ma è andata così. Della vecchia edizione c’è solo Ted Neeeley, cioè Gesù».

Cosa le piace nel confronto col pubblico?

«Questa specie di dialogo che si crea col pubblico, questa specie di concerto- intervista- chiacchierata tra amici in musica. Amo legare alla mia musica delle riflessioni sul sopravvivere. E oggi sono molto felice di tornare a Firenze: una delle mie città preferite. Chiaramente detto senza ruffianeria. Perchè è un sentimento lontano da me anni luce».

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