Se l’ambulanza non paga pedaggio

Il vice direttore de La Nazione risponde ai lettori

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 21 settembre 2014 - CARO DIRETTORE, finalmente pare che anche in questo Stato ammalato di assurda burocrazia qualche cosa di buono accada: la decisione del ministro Lupi di esentare dal pedaggio le ambulanze che viaggiano in autostrada con malato a bordo mi pare una soluzione talmente ovvia da apparire banale. Come tante altre che aspettano che qualcuno, là in alto, le scopra... Katia Bruscini, via mail

Risponde il vice direttore Mauro Avellini 

E ’ PROPRIO L’OVVIO CHE NASCONDE le maggiori insidie. Ambulanze esentate dal pedaggio? Ovvio. E invece no: qualche mese fa era scaduta la convenzione e la società Autostrade aveva colto l’occasione per vederci chiaro. Prima non pagava nessuno, anche chi (pochi per la verità) col mezzo «targato» 118 ci andava al dopolavoro o si faceva pagare a prezzo salato le prestazioni. Poi il blocco e una richiesta altrettanto impraticabile: si paghi il ticket (tranne i casi di estrema urgenza) e il rimborso scatterà solo con l’autocertificazione del medico a bordo (che però non c’è quasi mai). Un caos che ha provocato le proteste delle associazioni di volontariato e l’intervento, pare risolutivo, del ministro Lupi. La nuova circolare estende infatti l’esenzione del pagamento del pedaggio ai casi in cui il servizio venga svolto gratuitamente per chi ha bisogno di cure ospedaliere. Gli spostamenti a tariffario saranno invece soggetti a pedaggio. Un giusto riconoscimento ai tanti volontari che in Italia garantiscono il 70 per cento del trasporto sanitario. 

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