Sciopero dei treni contro il "Far west" sui vagoni

Torna il problema della sicurezza a bordo dei convogli. L'agitazione in programma venerdì 4 settembre

Treni (Foto archivio DiPietro)

Treni (Foto archivio DiPietro)

Firenze, 3 settembre 2015 - Si rischia una giornata nera per il trasporto ferroviario in Toscana: venerdì 4 settembre è in programma uno sciopero indetto da Cgil, Cisl e Uil per riportare l'attenzione sulla sicurezza nelle stazioni e a bordo dei treni. 

A incrociare le braccia sarà il personale di Trenitalia e di Rfi dalle 9 alle 17. L'agitazione coinvolgerà il personale di bordo, dell'assistenza, delle biglietterie e della protezione aziendale di Rfi sia dei treni regionali che di quelli a lunga percorrenza, come Intercity, organizzati da dipendenti di Pisa e di Firenze.

"Questo è un atto doveroso, perché nell'ultimo mese ma anche nei precedenti ci sono state ulteriori aggressioni - spiega Marco Chellini di Filt-Cgil - in giugno avevamo annunciato che se ci fossero stati altri episodi di violenza per il personale ferroviario avremmo dato indicazione ai lavoratori di fermarsi, per protestare contro una situazione che ci trasciniamo da anni. Non abbiamo avuto gli atti concreti che ci aspettavamo per risolvere veramente il problema e infatti, purtroppo, si sono verificati altri casi nel giro di poche ore di aggressione sia al personale sul treno che a quello addetto all'accesso ai binari ed anche un capostazione e' stato attaccato in agosto".

In particolar modo, i rappresentanti dei lavoratori domandano a Trenitalia e alle Istituzioni di rafforzare le scorte da affiancare al capotreno, "che oggi molto spesso si trova a gestire treni con situazioni critiche e vagoni pieni, dentro i quali per qualsiasi motivo può partire un diverbio che, poi, molto spesso si tramuta in atti violenti contro il personale ferroviario".

Dal canto loro, i sindacati hanno contribuito a individuare i treni più critici. Non solo. Hanno suggerito di inserire dei varchi d'accesso in plexiglas alle stazioni, in modo da fare da filtro per l'imbocco a tutti i binari, sul modello di quanto avviene per esempio già a Milano.

"Abbiamo interessato le forze di Polizia - ha aggiunto Chellini - le Istituzioni, i prefetti. Ci siamo visti qualche volta, ci siamo detti alcune azioni che potevano essere messe in campo. In realtà, le azioni messe in campo o hanno avuto una durata minima, tale da non contribuire a togliere il problema o, molto spesso, non sono state efficaci. E' chiaro che un percorso va fatto, va trovato un sistema che permetta di eliminare il fatto che il capotreno sia da solo a gestire situazioni critiche". Solo così si può prendere di petto un problema, purtroppo non recente, ma che "sta dilagando e sta assumendo oggi contorni anche più drammatici. Pensiamo, ad esempio, a quanto accaduto a Milano, dove un capotreno è stato colpito con un machete".

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro