Festa di Santa Reparata, apre a Santa Maria del Fiore il nuovo percorso espositivo

Un salto nella vita dell’antica Florentia: sul pavimento della vecchia chiesa di Santa Reparata l’emblema di un pavone / FOTO

La sezione del Duomo di Firenze sotto il quale è riaffiorata la chiesa di Santa Reparata

La sezione del Duomo di Firenze sotto il quale è riaffiorata la chiesa di Santa Reparata

Firenze, 8 ottobre 2014 - LA TRADIZIONE medievale colloca la fondazione della Chiesa di Santa Reparata alla vittoria sulle orde barbariche di Radagaiso, sconfitte nel 405 d.C. nei dintorni di Firenze nel giorno dedicato alla santa, l’8 ottobre. Ma la storia di quei pilastri, su cui nel XIV secolo fu costruita la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, è ancora più antica. Si parte infatti da una domus romana del I secolo d.C., di cui si conservano ancor oggi le mura perimetrali e i pavimenti in coccio pesto. Si passa poi alla prima basilica paleocristiana del V secolo, alla successiva chiesa romanica e infine al cantiere arnolfiano: la prima pietra fu posta proprio nel 1296 sulle antiche fondamenta di Santa Reparata da Arnolfo di Cambio. Proprio oggi, nel giorno della festa di Santa Reparata, l’Opera di Santa Maria del Fiore apre al pubblico il nuovo percorso espositivo che ricostruisce la storia dell’antica Florentia lungo tredici secoli. Per tutto il giorno l’ingresso al sito sarà gratuito per i residenti della città e alle 9.30, nella cripta, sarà celebrata la Santa Messa per la festività. Aperta al pubblico nel 1974 dopo dieci anni di scavi, l’area archeologica della Chiesa di Santa Reparata è ora ampliata – circa 700 metri quadrati – e arricchita da nuovi studi e nuovi allestimenti, oltre che da materiale multimediale in 3D che consente di vedere le quattro fasi del sito archeologico. «La nuova illuminazione mette in evidenza i punti chiave della narrazione – spiega l’architetto Samuele Caciagli che per l’Opera di Santa Maria del Fiore ha progettato l’allestimento –, come lo splendido pavimento a mosaico di epoca paleocristiana, fatto da maestranze nord-africane, a figure geometriche e con un emblema a forma di pavone». «Controverse sono le ipotesi relative alla cripta – aggiungono gli archeologi Lorenza Camin e Fabrizio Paolucci che hanno seguito il progetto scientifuico –: secondo quella più accreditata fu realizzata sotto la navata centrale già nell’XI secolo, per essere poi ampliata nel corso del XIII sino ad occupare le navate laterali». La chiesa fu decorata con affreschi e continuò a essere un luogo di sepoltura privilegiato fino alla fine del XIV secolo, quando il cantiere della nuova cattedrale era in un’avanzata fase di esecuzione.

Info: http://www.ilgrandemuseodelduomo.it/

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