Sanità, arriva il superticket prima dei tagli alle Asl

L’assessore Marroni: "Riforma di lungo periodo". Toccati i redditi sopra i 55mila euro SCURE SULLE ASL. DA 16 A 3

L'assessore Marroni e il ministro Lorenzin

L'assessore Marroni e il ministro Lorenzin

Firenze, 21 ottobre 2014 - «OGNI MILIARDO di euro di tagli che il Governo chiede alle Regioni significa 62 milioni di euro a carico della Toscana. Se la legge di stabilità intende demandare alle Regioni risparmi per circa 4 miliardi, i conti sono presto fatti. Ed è fuorviante pensare che la sanità sia esclusa dai settori da tagliare, visto che rappresenta il 75% dei bilanci delle Regioni». Luigi Marroni, titolare del dicastero della sanità toscana, alza un muro di previsioni, di piani A, B o C, di «obiettivi da raggiungere con progetti da definire» per respingere le inevitabili domande sulla rivoluzione annunciata dal governatore Enrico Rossi del sistema sanitario toscano. Il drastico taglio da 16 a 3 aziende sanitarie, il machete su centri di spesa e di potere nelle province, 13 direttori generali e altrettanti amministrativi che spariranno, salvando le poltrone solo di 16 direttori sanitari che si raccorderanno con i territori, è il nucleo di una rivoluzione copernicana per una Toscana che sulla centralità delle Asl e sulla difesa perfino delle aziende della salute, aveva basato la sua sanità.

MENTRE infuriano le reazioni politiche, con Marco Carraresi dell’Udc che rivendica la paternità dell’unica proposta di legge depositata in consiglio sul taglio delle Asl, e Stefano Mugnai di Forza Italia, che ricorda il suo progetto di riforma datato giugno 2012, Marroni e il direttore generale dell’assessorato Valter Giovannini, cercano di indicare i percorsi che la rivoluzione toscana dovrà seguire. «Certo che sapevo dell’annuncio del presidente - ribatte l’assessore alla battuta dei giornalisti - ne abbiamo parlato in questi giorni, i tempi sono maturi per riformare un sistema che è al massimo. Ognuna delle parole del presidente apre un mondo di dettagli, di piani operativi e di verifiche politiche che dobbiamo mettere a punto».

E DIRE che Marroni si era preparato un bel dossier sul primato della sanità toscana, certificato dal Programma Nazionale Esiti, uno studio del ministero della salute, presentato a Roma dal ministro Lorenzin. «Per il secondo anno consecutivo la Toscana - dichiara l’assessore indicando il diagramma - è la regione con il maggior numero di indicatori al di sopra della media nazionale. Assieme alla Val d’Aosta e alla Provincia di Trento siamo l’area con più indicatori da primato e con meno indici peggiorativi. Siamo la prima per cure complesse e per minor giorni di ricovero».

Archiviata la soddisfazione, si cerca di entrare nei particolari della rivoluzione delle Asl. «E’ prematuro parlare di piani operativi - si difende Marroni - cercheremo di presentarli al più presto. Bisognerà presentare una proposta di legge, cambiare il piano sanitario nel capitolo riguardante il sistema, non certo su quello delle cure. Il presidente ha indicato il punto d’arrivo, l’obiettivo da raggiungere. Ora bisognerà predisporre i binari sui quali correrà il treno della riforma. Che sarà strutturale e di lungo periodo».

INUTILE tentare di aprire una breccia, sollevando i dubbi dei territori, il fatto che serviranno diversi mesi per predisporre un testo di riforma e farlo digerire a un consiglio regionale con pochi mesi di vita e alle prese da troppo tempo con un piano sanitario sempre più superato. L’intenzione del governatore sembra essere quella di tagliare le Asl entro questa legislatura, ma non sarà per niente facile. «Non consentirò il degrado del sistema sanitario toscano - ha dichiarato in serata il presidente Rossi, dopo un richiamo alla sua riforma «berlingueriana» - e senza tagli sarebbe stato meglio. Ma i tagli ci sono, sono stato l’unico ad avere il coraggio di parlar chiaro. Giovedì ci confronteremo tra presidenti di Regione, prima dell’incontro con il Governo».

Difficile che i 250 milioni di risparmi arrivino dal taglio delle Asl; molto più facile prenderli dal superticket, annunciato anche dall’assessore Marroni. «L’accesso al servizio sanitario - ha concluso il governatore - dovrà essere graduato in base al reddito. Una parte dei toscani dovrà avere accesso gratuito, un’altra dovrà pagare qualcosa». In base ai primi calcoli, il contributo straordinario dovrebbe toccare ai contribuenti con redditi sopra i 55mila euro. Stando agli incassi dell’addizionale Irper sono 49.407 i contribuenti da 55 a 75mila euro, 48.230 quelli sopra 75mila euro.

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