Padre Pio, amico di vecchia data. L’attesa dei molti devoti fiorentini

In San Remigio già presenti reliquie del frate grazie a don Setti. Oggi in edicola con la Nazione il poster del santo

Don Giancarlo Setti

Don Giancarlo Setti

Firenze, 6 maggio 2016 - Ci siamo. Oggi saranno esposte le reliquie di Padre Pio nella sede della Misericordia di Firenze in piazza Duomo. I francescani cappuccini del convento di Pietrelcina, hanno affidato all’Associazione onlus Olimpiadi del Cuore di Maria (di cui è guida Paolo Brosio) e in stretta collaborazione con l’Arciconfraternita della Misericordia di Firenze ‘reliquie di primo grado’ di padre Pio per un periodo di evangelizzazione e preghiera in Toscana e in Emilia Romagna: Modena, Firenze, Livorno, Forte dei Marmi, Massa e Carrara. Le reliquie saranno nell’oratorio della Misericordia di Firenze, in piazza Duomo, dalle 12 di oggi fino alle 8 di domenica.  

Le reliquie saranno visitabili 24 ore al giorno grazie agli oltre 100 confratelli che si daranno il cambio nella gestione dei flussi di fedeli e nella sorveglianza. La Misericordia di Firenze ha curato il trasporto, la sicurezza e la gestione operativa di una teca di cristallo illuminata di più di 2 metri di altezza per 80 centimetri di larghezza e 40 centimetri di profondità contenente uno dei primi sai francescani di Padre Pio, il reliquiario dei guanti con il sangue delle stigmate delle sue mani, il reliquiario della fascia della piaga al costato. L’obiettivo è raccogliere fondi per la Via Crucis lungo il sentiero che era solito percorrere padre Pio in preghiera fino alla cappella dell’Olmo dove ricevette le stigmate. "Don Setti aveva le reliquie di Padre Pio da quando il santo di Pietrelcina è morto. Le teneva in casa perché non poteva certamente esporle in chiesa finché Padre Pio non fosse stato dichiarato beato e poi canonizzato. Erano sue dal 1968". Nessuno meglio di don Bledar Xhuli, da tutti chiamato semplicemente don Bledi, può sapere certe cose. Perché è stato il discepolo prediletto di don Giancarlo Setti, compianto, lungimirante sacerdote a cui proprio Padre Pio dette la direzione di formare i Gruppi di Preghiera.

Di Padre Pio c’è molto e stabilmente anche a Firenze: le reliquie del santo si trovano facilmente e ogni giorno, nella più antica chiesa fiorentina, San Remigio, in piazza San Remigio, tra piazza Signoria e Santa Croce. In quella che fu l’ultima parrocchia di monsignor Setti. Entrando, sulla destra della chiesa romanica a tre navate, sotto il ritratto di Padre Pio c’è una teca in vetro che contiene il saio del santo di Pietrelcina e i guantini. Saio, cintola e guanti, prima che San Pio fosse beatificato, nel 1999, stavano nella sua casa sopra la chiesa, nello stesso complesso monastico che per un periodo ha condiviso sia con le suore che si occupavano di San Remigio che con Bledar Xhuli, allora studente. Solo dopo la canonizzazione sistemò le reliquie in chiesa davanti al ritratto del Santo. In un luogo di culto pubblico e visbile per tutti. "La cintola don Setti volle che la tenessi io – spiega don Bledi –. E io l’ho esposta nella chiesa di cui sono parroco, a Santa Maria a Campi".

La vita di don Bledar Xhuli si mischia con quella di don Setti nel nome di Padre Pio. E non solo per questa sua vicinanza elettiva e mistica a monsignore, tanto da scegliere di diventare, dopo la laurea in Scienze politiche a sua volta sacerdote, ma di seguirlo anche nel cammino devozionale.

La chiesa di San Remigio è sicuramente stata il cuore dei Gruppi di preghiera intitolati a San Pio. Ancora oggi il primo giovedì del mese, molte persone si riuniscono in preghiera. E ancora: la devozione a padre Pio è forte anche nella Piana fiorentina dove alcuni luoghi di preghiera sono nati proprio su impulso del santo di Pietrelcina e nel solco di don Setti. Sarebbe stato proprio Padre Pio l’artefice ad esempio della realizzazione della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Calenzano: nel 1953 Giovanni Bardazzi che aveva una attività legata alle stoffe, lontano dalla religione e che avrebbe ricevuto l’invito dal frate di lasciare il suo lavoro ed acquistare un capannone per un’altra attività rivelatasi poi, in realtà, una nuova chiesa consacrata dall’Arcivescovo di Firenze Florit nel 1957.

Oggi la parrocchia organizza spesso pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo. A Campi Bisenzio grazie un’altra figlia spirituale di Padre Pio, Demarista Parretti, fu realizzata, per volere del frate, la Casa Francescana, una comunità di accoglienza attiva, ampliata poi nel 1989.

Fu Demarista, scomparsa nel 1998, a fondare anche il Virginiolo a Montespertoli con il Santuario della Pietà, meta di moltissimi devoti e la casa per sacerdoti. Diceva don Setti proprio a La Nazione: «Non giova al messaggio di padre Pio tutta la ‘strombazzatura’ che viene dai media e dai divi in coda a San Giovanni Rotondo. I veri prodigi sono i Gruppi di preghiera e l’ospedale Casa sollievo della sofferenza».

 

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro