Trump-Salvini, che provinciali...

Il direttore della "Nazione" risponde ai lettori

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Firenze, 29 aprile 2016 - Caro direttore, ho visto che anche Salvini è andato a omaggiare Donald Trump, dopo peraltro essere andato dalla Le Pen e da altri leader ospiranti leader europei del fronte populista. Mi chiedo come mai i politici italiani sentano sempre il bisogno di ottenere la benedizione di qualcuno.

Carlo Demezzo, Terni

Caro Demezzo, la risposta è una sola: perché sono dei provinciali. E’ accaduto adesso a Salvini, era accaduto in precedenza a tanti altri, di tanti schieramenti politici diversi. Ricordiamo le processioni dei vari D’Alema, Veltroni presso i leader mondiali della sinistra, in cerca di quell’approvazione internazionale che la loro estrazione comunista faceva sentire necessaria. La scorsa settimana era stata la volta dell’aspirante leader grillino Luigi Di Maio, che aveva spacciato un tour europeo da vicepresidente della Camera come un viaggio di "accreditamento" presso le cancellerie europee... Devo dire però che questa foto di Salvini con Trump ha un po’ stupito tutti. Per la rapidità con la quale il segretario leghista è saltato sul carro del vincitore (delle primarie repubblicane) e per l’eccentricità del personaggio Trump. Ma si sa, Salvini è uno che non si fa troppi problemi, a rischio di incappare in qualche figuraccia. Cosa che a lui importa poco.

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