Firenze,1 giugno 2013 - E' una bimba di un anno e mezzo - e non un bimbo di 5 anni, come riferito stamattina nella conferenza stampa organizzata all''ospedale di Careggi - la nipote del quarantacinquenne giordano affetto da Nuova Sars, ricoverata in via precauzionale. Lo ha precisato successivamente l'ospedale pediatrico fiorentino Meyer dove la bimba è ricoverata e dove si stanno eseguendo le analisi per verificare se ha contratto il virus. La bambina, data l'età, non avrebbe avuto contatti in ambiente scilastico.

Sotto sorveglianza oltre alla bimba, è stato spiegato, ci sono 43 persone tra operatori sanitari e parenti e colleghi di lavoro che sono stati in contatto con il quarantacinquenne. Per tutti, è stato sottolineato, non c'è profilassi ma solo attenzione nel caso si presentasse in qualcuno di loro un sintomo del virus. I risultati delle analisi sul nipote del paziente saranno rese note stasera.

La persona ricoverata sta molto meglio, con un decorso spontaneo positivo. Nelle malattie infettive spesso si mette in campo un'organizzazione superiore alla realta' di fatti e cosi' abbiamo deciso di procedere". Così l'assessore alla Salute della Regione Toscana, Luigi Marroni, che oggi ha incontrato i giornalisti per fare il punto sul caso di Sars registrato in Toscana. "Stiamo procedendo con la sorveglianza nei confronti delle persone con le quali il paziente è venuto contatto - ha aggiunto Marroni - per verificare se queste evidenziano sintomi. Nei confronti del paziente, qualora si fosse verificato un aggravamento della situazione, eravamo pronti a mettere in campo tecniche respiratorie all'avanguardia, nelle quali la Toscana è riferimento per il centro e per alcune regioni del sud Italia. La macchina era pronta - ha concluso Marroni - ma fortunatamente il caso, per il momento, non ne ha richiesto l'attivazione".

Il quarantacinquenne giordano affetto da Nuova Sars, quando si è presentato al pronto soccorso dell'ospedale
Santa Maria Nuova martedì scorso, aveva febbre alta, tosse, difficoltà respiratoria. Gli accertamenti hanno messo in luce una polmonite bilaterale. Trasferito all'ospedale di Careggi e messo subito in isolamento, l'uomo è stato
tenuto sotto monitoraggio: non essendo disponibile una terapia specifica per la Sars, spiegano gli esperti, ha avuto un progressivo e rapido miglioramento.
 

''Per questa patologia, per quanto si sa - ha spiegato stamane il dottor Giuseppe Petrioli, responsabile del dipartimento prevenzione della asl fiorentina - non c'è alto rischio di trasmissione. Non è necessario fare test diagnostici particolari e l'attenzione scatta solo in caso di un quadro di sintomi aggravato da disturbi respiratori come quello presentato dal paziente''. Gli esperti spiegano che i principali fattori di possibile allarme sono il contatto
''prolungato e ravvicinato'' con persone affette dal virus e la provenienza da paesi del Medio Oriente dove ''il virus sta circolando dal maggio 2012, in particolare in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Qatar''. Altri casi
isolati si sono verificati nel Regno Unito, in Francia e Germania.
 

''Non ci sono evidenze di trasmissione e aggressività - ha aggiunto Petrioli -. Noi comunque abbiamo allertato medici di famiglia e pediatri in modo che se riscontrassero sintomi sospetti, anche per zona di provenienza a
rischio, non inviino i pazienti al pronto soccorso ma si rivolgano alla rete di infettivologia già perfettamente attivata''. ''Fin dall'inizio e con grande rapidità sono state attivate tutte le misure e la rete ha reagito con grande efficienza - ha sottolineato l'assessore regionale alla Salute Luigi Marroni - anche sulla base di esperienze precedenti. A Firenze, è anche disponibile nell'eventualità di casi di insufficienza respiratoria più grave l'Ecmo, l'ossigenazione extracorporea''.

Le persone sotto osservazione sono in qualche modo venuti a contatto con il qarantacinquenne affetto da Sars. Si tratta di operatori sanitari dell'ospedale Santa Maria Nuova, dove il paziente - giordano di origine palestinese - si è presentato nei giorni scorsi, alla comparsa dei sintomi, e del reparto malattie infettive nel quale l'uomo e' stato subito trasferito per i controlli e, una volta accertato il primo caso di Nuova Sars in Italia, si è provveduto a metterlo in isolamento.

Esami sono invece in corso sul fratello del paziente, che sarebbe l'unica persona rimasta a contatto per un tempo prolungato e in maniera ravvicinata dopo che il quarantacinquenne e' tornato dalla Giordania dove era andato a visitare i famigliari. ''Per le persone che hanno avvicinato il paziente non c'è profilassi da fare - spiega il dottor Giuseppe Petrioli, responsabile del dipartimento prevenzione dell'Azienda sanitaria di Firenze -, non vaccini ne' antibiotici. L'attenzione è rivolta alla eventuale comparsa dei primi sintomi ma sappiamo che la possibilita' di contagio non e' alta, meno di quella della normale influenza. E' necessario un periodo prolungato di prossimità e un contatto ravvicinato con la persona malata''.