Giovedì 18 Aprile 2024

Salmonella a scuola, la Cassazione: "Famiglie da risarcire anche senza prova diretta"

Condannata società di Calenzano, 82 bambini presero la salmonella. Escrementi di topo vicino alle celle frigorifere

Analisi di laboratorio

Analisi di laboratorio

Roma, 26 gennaio 2015 - Anche se i Nas e la Asl non trovano la prova diretta che siano stati dei cibi infetti a intossicare gli scolari che mangiano alla mensa della scuola e che tutti insieme si sentono male, per far scattare la condanna della società che fornisce i pasti è sufficiente che il sopralluogo nel centro cottura abbia evidenziato cattive condizioni igieniche anche se non sono stati trovati alimenti contaminati dagli stessi batteri trasmessi ai bambini.

Lo ha deciso la Corte di Cassazione nella sentenza 3457 depositata oggi. Con questo verdetto, infatti, i supremi giudici hanno confermato che la società toscana Qualità e Cottura Spa di Calenzano - che forniva i pasti ad asili e scuole materne ed elementari dei Comuni di Campi Bisenzio, Signa e Sesto Fiorentino - dovrà risarcire le famiglie degli 82 bambini contagiati dalla salmonella dopo aver mangiato alla mensa nel novembre del 2005.

Nel centro cottura della società di catering in questione non si trovarono cibi contaminati ma escrementi di topo vicino alle celle frigorifere e nel deposito di piatti e posate. Si sono prescritte, invece, le condanne inflitte dalla Corte di Appello di Firenze il 16 gennaio 2013 nei confronti dei quattro responsabili del catering - Antonio M., Ferdinando P., Barbara R. e Teresa F. - e pari a 600 euro di multa ciascuno per commercio colposo di alimenti e un mese di reclusione ciascuno per lesioni colpose, così come stabilito in primo grado dal Tribunale di Prato.

Ad avviso dei supremi giudici della Quarta sezione penale, è "logicamente conformata" la dichiarazione di responsabilità anche in assenza di "prova diretta" in quanto "i verbali di accertamento dei carabinieri del Nas, la documentazione proveniente dai laboratori e, soprattutto la perizia espletata, costituivano indizi gravi, precisi e concordanti dell'assenza di misure di prevenzione e dell'inosservanza eclatante delle norme igieniche di base negli ambienti destinati alla conservazione degli alimenti ed alla preparazione dei pasti".

Da tutto ciò si è concluso "con elevato grado di probabilità logica", che l'episodio endemico "derivasse da una fonte di contagio comune, ascrivibile agli alimenti colposamente preparati e somministrati dalla società Qualità e Servizi", rimarcando come non fossero state colpite persone "diverse dai bambini", e come non ci fossero state "altre forme di aggregazione a tavola dei bambini che avevano contratto l'infezione, se non lo stare insieme alle mense scolastiche dei tre Comuni serviti da QS".