Rugby: Dan Newton, la scienza per I Medicei

Il nuovo mediano di apertura biancorosso arriva dal Galles: «Sono rimasto colpito dalle ambizioni del club»

Adam Newton

Adam Newton

Firenze, 19 luglio 2016 - CONTINUA la campagna di rafforzamento della Toscana Aeroporti I Medicei. Nonostante le partenze di Civetta, Datola, Palmisano, Venditti, Antonelli, Basha, Biancaniello e Cemicetti, sono già numerosi i nuovi arrivi. Così, dopo Maran, Lubian, Furia e il ritorno alla base di Broglia e cosi, è la volta del nuovo mediano di apertura, il gallese Dan Newton.

DI CARMARTHEN, il classe ’89 Newton, 174 cm per 82 kg, ha giocato negli ultimi tre anni nella RFU Championship inglese con i London Scottish, con il veterano Falleri sempre più impegnato nella sua attività professionale, il nuovo playmaker gigliato avrà un ruolo guida nella squadra e sarà punto di riferimento per gli  altri mediani a cominciare dal giovanissimo e promettente  Landini. Newton, ci racconti la sua carriera. «Gioco apertura o estremo con il ruolo di piazzatore. Ho fatto parte del Galles Under 16 e Under 20 alla Coppa del Mondo in Giappone nel 2009. Fino a 18 anni ho giocato con il Whitland RFC, poi sono andato al Llanelli RFC per due stagioni, prima del primo contratto da professionista con la franchigia gallese degli Scarlets, dove ho passato quattro anni. Poi i tre campionati con i London Scottish. E adesso Firenze».

Perché ha scelto Firenze e cosa ti aspetti da I Medicei? «Sono rimasto colpito dalle ambizioni del club, del presidente e degli allenatori, in campo e fuori, e spero di contribuire al sogno della promozione. Non vedo l’ora di vivere a Firenze e immergermi nella cultura italiana». Come pensa di contribuire al successo della squadra? «Mi ritengo abile nella distribuzione del pallone con il passaggio e il gioco al piede e spero che questo sia utile a favorire i compagni negli spazi della difesa avversaria. Se poi avrò la possibilità di piazzare spero di fare tanti punti con i miei calci. Con la mia esperienza di sette anni da professionista, credo che potrò dare buoni consigli e alzare lo standard del nostro gioco per un rugby appassionante e vincente».

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