Martedì 23 Aprile 2024

'Riti di seduzione' di Ottavio Rossani

Firenze, 29 novembre 2014 - Un bilancio dei ricordi di mare, tornando a quella stessa spiaggia che riassume la stagione della vita adolescente e che ora, dopo tanti anni, si presenta come linea di confine e di transito verso nuove mete, con un bagaglio di sensazioni e ferite interiori che Ottavio Rossani descrive soprattutto nelle 23 liriche della prima sezione dei suoi 'Riti di seduzione' (Nomos edizioni, pp. 109, euro 14), chiamata per l'appunto 'Seduzioni' (1990-2004). Le stesse vengono poi puntualizzate, sedimentate e in un certo senso spedite come 28 'Cartoline' (1998-2004) fino a suscitare, ormai assimilate e ricomprese, i 31 racconti poetici che sono 'Finestre aperte' (2004-2010) sul vissuto e su quello che verrà. La cifra "narrativa" si fa racconto degli altri, attraverso gli strumenti di una versificazione libera e incisiva. Si viene incontro al bisogno di sentire raccontare storie e vite, forse come contraltare e strada per dissipare l'esasperata chiusura individualista di questi anni, che è stata particolarmente evidente nell'autismo della politica.

In tutto, dunque, 82 testi, concepiti tra Milano, città d'adozione, e lo spazio compreso tra Sella Marina e Soverato, in Calabria, luoghi di nascita e crescita dell'autore prima di andare a nord, in Lombardia. Testi nati in tre periodi diversi, due dei quali parzialmente sovrapposti, ma che proprio per questo rendono conto di un dialogo con sé, con gli altri e con il tempo. Questo confronto porta su un altro piano quella che era stata la lotta cantata da Rossani nel romanzo in versi 'L'ignota battaglia' (Edizioni Iride, 2005).

In 'Seduzioni' c'è un dolore accennato e pudicamente nascosto, avvertito in un contesto estivo che viene descritto in 'Rinfrescata'. L'ancoraggio al passato che riaffiora si evidenzia in quel "vecchio che da mezzo secolo / aspettava l'unico figlio disperso", mentre tanto intorno è cambiato. Nel depositare se stesso in questo contesto, noto eppure mutato, l'autore è inizialmente colto da pensieri ed elementi opposti, di diversa origine. Pensa anche al lavoro praticato da giornalista e a come questo si esprima in quella macedonia di opposti elementi che è un telegiornale, per constatare che "il cinismo è diventato corazza". La prima sezione dei 'Riti di seduzione', dunque, evoca e descrive luoghi e sensazioni, con l'approdo ad alcune certezze: "... Alcuni volti persi e ritrovati... C'è l'incomparabile confine/ che ti vede già lontano.../ ... A dispetto amerai sempre/ l'indisponente luogo d'infanzia/ diventato ormai una città / di stranieri ignoti e indifferenti".

C'è un processo di destrutturazione e poi di ricomposizione che si verifica per gradi di crescita nella seconda e nella terza sezione.

La 'Schiarita' che apre le 'Cartoline' diventa l'illuminazione di 'Persistenza': "Fulminante tramonto / sul porto deserto./ E lenti velieri riparano / dalla promessa tempesta./ Sulle spume irritate/ lo sguardo d'amore,/ unico, resiste al vento". E' un punto di certezza che restituisce uno sguardo più mite, non rassegnato, e che illumina tutto il libro. Il peregrinare pensoso tra i ricordi, la comprensione del presente, la linea di confine tra la spiaggia e il mare, convergono in una prospettiva che Rossani chiama 'Percorrenza': "Per sopravvivere / nella tempesta/ seguo la traiettoria / disegnata da un fischio/ persistente e fastidioso/ nella totale assenza di luce./ Andrò molto lontano. / Lungo il tragitto troverò / qualche buon compagno./ Anche da solo tuttavia/ arriverò. Arriverò".

In 'Finestre aperte' il vissuto si fa spiegazione e racconto di ricordi che portano in sé un orientamento, con esiti molto felici. Eccone alcuni esempi: “Un vecchio senza denti e senza casa/ dormiva in un sotterraneo dimenticato, entrava e usciva da una botola./ Di giorno chiedeva elemosina in strada./ Dopo alcuni anni non si vide più./ In banca aveva accumulato/ un tesoro per lui inutile./ Vennero i nipoti a reclamare corpo e soldi”. E ancora: “Era abituata a strillare la vecchia zia/ per la sorpresa o per lo spavento./ Si muoveva con celerità incredibile,/ con curiosità o disappunto./ La sua geniale bontà inventava/ motivi per fare donazioni/ solo ai nipoti preferiti./ Quando morì al suo capezzale/ accorsero i meno amati./ Gli altri erano troppo indaffarati”. In questo solco si collocano anche 'La festa di San Rocco d'estate' e questa poesia: “Voleva imparare e non poteva./ Il padre gli buttò i libri nel fuoco./ Più tardi parti per l'Australia./ Non ebbe problemi ad inserirsi./ Imparò la lingua ed anche a fingere./ Divenne il boss delle scommesse./ Fu arrestato per evasione fiscale./ Dopo la prigione recuperò il tesoro/ e tornò in Italia simpatico e ricco./ Molti che sapevano ignoravano/ i sorrisi e i suoi soldi,/ tranne la madre,/ che però non entrava nel conto”.

Fatti più personali sono descritti con delicatezza in “Se ne andava da solo ad esplorare/ la grigia spiaggia piena di cose”, e nei testi che ricordano la scoperta dell'amore, così come cantato, ad esempio, in “Entrava nella casa del professore” e “Andava a trovarla dopo cena”. Rossani racconta ma si trattiene - e fa bene – dall'esaurire quanto più strettamente lo riguarda, se non nella forma della gratitudine con la quale chiude il libro: “La casa arancione era al centro/ di una pianura lussureggiante,/ ogni stagione le sue primizie..../ Prima della spiaggia c'era un casolare/ dove offrivano zuppe di ricotta./ D'inverno si andava a caccia di quaglie./ Fu l'unico tempo spensierato/ rimasto nella memoria come un altare”.