Bagno a Ripoli (Fi), 20 febbraio 2014 - La cultura del riuso passa anche dagli abiti e si impara a partire dagli anni della scuola. Davanti agli istituti scolastici ripolesi arrivano i cassonetti gialli dove inserire gli indumenti usati. Grazie a un accordo con Caritas, Cooperativa San Martino, Comune e Quadrifoglio, si vuole così incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti e il riutilizzo di accessori di abbigliamento usato, sensibilizzando in particolare i ragazzi e le loro famiglie.

I cassonetti saranno posizionati  nella prossima primavera davanti alle scuole dell'infanzia e primaria Croce a Varliano, Padule e Rimaggio, in quelle dell'infanzia Franci (Capannuccia) e Masi (Grassina) nelle primarie Marconi (Grassina) e Michelet (Antella), nelle secondarie di primo grado  Granacci a Bagno a Ripoli  e Redi a Ponte a Niccheri e nel centro infanzia Arabam di Osteria Nuova.

Il progetto rientra in un protocollo di intesa della Caritas Diocesana e 12 amministrazioni comunali  per rilanciare e potenziare la raccolta degli abiti e  accessori di abbigliamento usati. È un progetto nato nel 1998 con il progetto “Ri-vesti”. Solo nel 2012 la quantità complessiva di abiti raccolti da cooperative sociali e avviati a riuso-riciclo è stata in questo territorio di 1274 tonnellate attraverso 250 cassonetti verticali gialli. Questa mole di abiti e accessori ha permesso alla Caritas di realizzare lo scorso anno due progetti: dare un contributo importante ai costi di gestione del centro mensa di via Baracca e al centro Il Samaritano,che si sono aggiunti agli 11 progetti realizzati negli anni scorsi.

Con il protocollo tra Caritas e Comuni (tra cui appunto Bagno a Ripoli) della durata di tre anni, l’obiettivo è rilanciare la raccolta  e individuare nuovi punti di raccolta nonché aumentare l’informazione sulla donazione degli abiti. A gestire il servizio saranno cooperative sociali di tipo B con l’inserimento al lavoro di soggetti in situazione di disagio o disabili soprattutto portatori di handicap. La Cooperativa San Martino è storicamente lo strumento che ha unito il reinserimento sociale al finanziamento dei progetti Caritas.

Per partecipare alla raccolta basta sistemare gli abiti vecchi (anche non più utilizzabili) all’interno di sacchetti di plastica, chiuderli e depositarli nei contenitori gialli con il logo della Caritas di Firenze e della Cooperativa San Martino che hanno un meccanismo anti estrazione.

Manuela Plastina
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