Sicurezza sul lavoro, mise l'Italia sul banco degli imputati: premiata la battaglia dell'operaio chiantigiano

Riconoscimento per Marco Bazzoni, di Tavarnelle Val di Pesa, nell'ambito del premio giornalistico Pietro Di Donato in provincia di Chieti

Bazzoni con il direttore del Tgr Abruzzo, Enzo Cerasi

Bazzoni con il direttore del Tgr Abruzzo, Enzo Cerasi

di Ilaria Biancalani

Tavarnelle Val di Pesa, 14 ottobre 2015 - Nel 2011 era riuscito addirittura a far salire l'Italia sul banco degli imputati, grazie a un fascicolo di dieci pagine inviato all'UE in riferimento a inadempienze in materia di sicurezza sul lavoro, per violazione della direttiva Europea Quadro 89/391/CEE. Adesso, a distanza di quattro anni, Marco Bazzoni, 41 anni, operaio metalmeccanico di Tavarnelle, ha ricevuto una menzione speciale nell'ambito del premio giornalistico Pietro Di Donato, conferito a Taranta Peligna in provincia di Chieti, per la sicurezza sul lavoro.

"Per aver speso la propria esistenza nella ricognizione attenta degli incidenti sul lavoro, costruendo il repertorio annuale sulle morti sul lavoro”. Questa , la motivazione con la quale la giuria del premio ha assegnato a Bazzoni la menzione, che ha preso spunto in particolare dalla tragedia di Modugno (fuochi di artificio). La giuria ha infatti riconosciuto che il lavoro di Bazzoni “Saliti a 9 i morti della fabbrica di fuochi d'artificio di Modugno” (consultabile al link http://www.articolo21.org/2015/07/ieri-7-morti-sul-lavoro-1300-ogni-anno-nellindifferenza-di-istituzioni-e-media/) rispecchia le finalità che il premio giornalistico si propone, ovvero quelle di far accrescere in tutti i settori la sensibilità nei confronti del tema della sicurezza in ambiente di lavoro; di far conoscere l'opera e l'impegno civile dello scrittore italo-americano Pietro Di Donato e di far mantenere alta l'attenzione dei cittadini sul tema, attraverso un'azione capillare e permanente di sensibilizzazione e di informazione. In realtà sono anni che Marco si batte contro le cosiddette “morti bianche” e molteplici sono state in tal senso le sue azioni concrete.

Decine le telefonate, le lettere e le mail rivolte alle più importanti testate giornalistiche, le apparizioni televisive sulle più importanti emittenti nazionali, soprattutto in difesa di quei morti che, scatenando minor clamore mediatico, avrebbero rischiato di cadere nell'oblio. E invece Marco ha sempre voluto dare a ciascun evento la dovuta attenzione, alla luce delle sue competenze in materia derivanti dal fatto di essere Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), ormai dal 2003. Ha così approfondito e scandagliato ogni normativa relativa ai doveri e alle responsabilità dei datori di lavoro, i quali devono garantire le necessarie protezioni, volte a prevenire le conseguenze più gravi degli infortuni.

Bazzoni è talmente sicuro del fatto suo, che oltre alla prima segnalazione di inadempienza, costata alla Repubblica Italiana una costituzione in mora ricevuta dalla Commissione Europea, nel settembre 2014, sempre grazie all'apertura di una procedura d'infrazione presso l'UE, ha chiesto e ottenuto la modifica del Dlgs 81/08, detto anche “Testo Unico per la sicurezza sul lavoro”. “Il Governo – spiega Bazzoni – si è adeguato a entrambe le infrazioni da me segnalate, con le leggi europee 2013 bis e 2014: la prima approvata definitivamente a fine 2014 e la seconda nell'agosto scorso, prima della chiusura per ferie del Parlamento”. “Ho un unico rammarico: – conclude - in questa mia battaglia, sia i sindacati, sia i partiti politici, mi hanno sempre lasciato da solo”.

IL DETTAGLIO DELLE DENUNCE PRESENTATE

La prima, del settembre 2009, riguardava i seguenti punti:

1 Esonero da responsabilità del datore di lavoro (norma salva manager) in caso di delega e subdelega di alcune delle sue funzioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

2 Esonero dell'obbligo di predisporre un documento di valutazione dei rischi (DVR) per la sicurezza e la salute sul lavoro, dei datori di lavoro che occupano fino a 10 dipendenti

3 Proroga dei termini impartiti per la redazione di documenti contenenti i risultati di una valutazione dei rischi nel caso di una nuova impresa o di modifiche sostanziali apportate a un'impresa esistente

4 Differimento dell'entrata in vigore dell'obbligo di valutazione del rischio di stress da lavoro

5 Differimento dell'entrata in vigore della legislazione sulla salute e sulla sicurezza per i lavoratori appartenenti a cooperative sociali e organizzazioni di volontariato della protezione civile

6 Proroga dei termini per l'adeguamento alle disposizioni di prevenzione degli incendi delle strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre 25 posti letto esistenti in data 9 aprile 1994.

Dei punti sopra indicati, dopo il riesame del Governo italiano e dopo le valutazioni fatte dalla Commissione Europea, è rimasto attivo soltanto il punto 3. Gli altri sono stati tutti abrogati. La seconda denuncia, del giugno 2013, era invece incentrata sulla limitazione del campo di applicazione della direttiva europea 92/57/CEE, che riguarda la sicurezza sul lavoro nei cantieri temporanei o mobili. Anche in questo caso c'è stato un adeguamento da parte dell'Italia, con l'adozione della legge europea 2014. Essendo l'unico firmatario delle due denunce, le risposte, giunte direttamente dalla Commissione Europea direzione generale, occupazione, affari sociali e inclusione unità salute, sicurezza e igiene sul lavoro, sono sempre state indirizzate a Bazzoni.

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