Cantieri Tav, esposto contro le polveri

Viale Corsica, i residenti: "La salute non si può comprare"

Protesta contro l'inquinamento causato dal cantiere Tav (foto Giuseppe Cabras/Pressphoto)

Protesta contro l'inquinamento causato dal cantiere Tav (foto Giuseppe Cabras/Pressphoto)

Firenze, 29 aprile 2016 - Polveri dal cantiere tav in viale Corsica, i residenti presenteranno un esposto in Procura. La maratona per raccogliere le firme, nei palazzi ai civici 29 e 31, è già partita. L’obiettivo: arrivare entro pochi giorni a presentare un esposto sul cantiere e chiedere l’apertura di un fascicolo sul cementificio che lavora a pochi passi dal "camerone", la grande vasca profonda 27 metri che dovrà ospitare la stazione Foster di viale Belfiore dove faranno pit-stop i Frecciarossa.

E’ qui che si macina il calcestruzzo per costruire i muri di contenimento della Foster. Ed è da qui che secondo i residenti, distanti in linea d’aria appena 150 metri, ogni giorno si alza la polvere grigiastra che invade i loro appartamenti. Tanto che, ora, molti hanno blindato porte e finestre con il nastro adesivo.

La telenovela-polveri va avanti da più di un anno ma la scintilla che ha fatto infilare la strada della Procura è stata un’altra: la lettera di Italferr arrivata alle famiglie, dove si offre un assegno di circa mille euro a ogni proprietario come indennizzo. "Ma in cambio – dicono – si chiede anche la firma su una dichiarazione di acquiescenza".

In pratica una liberatoria per ogni futura rivendicazione sul capitolo polveri. Della serie: prendere i soldi e tacere per sempre. "Anche – aggiungono – se si scoprisse che le polveri causano danni alla salute".

A imporre il risarcimento è il protocollo d’intesa sui lavori siglato da Tav spa (poi Rfi) con Palazzo Vecchio per rimborsare i cittadini dagli effetti collaterali dei cantieri. Per i residenti invece si tratterebbe della cartina di tornasole che conferma la nocività delle polveri. Le stesse polveri al centro del blitz del 13 marzo 2015 da parte dei tecnici Arpat. I quali, nel rapporto redatto dopo il sopralluogo rilevarono che "lo stato generale del cantiere – si legge – può aver contribuito a episodi di superamento delle soglie di attenzione per le Pm 10".

Il blitz si concluse con una sanzione alle ditte al lavoro. L’Arpat infatti sostenne che non avessero bagnato regolarmente l’area di cantiere per evitare la dispersione di polveri. "Ma da quel giorno – raccontano i residenti – è cambiato poco: le polveri continuano a disperdersi regolarmente e qui stiamo iniziando ad avere paura".

La maggior parte dei residenti, che ora hanno scelto di farsi tutelare da un legale, ha deciso di fare muro e non firmare la liberatoria, rinunciando all’assegno. "Con quella cifra – commenta Francesca Lazzerini, portavoce del comitato No Cementificio in viale Corsica – si comprano a malapena le spugne per ripulire le case dalla polvere ma soprattutto non viene fatto nessun riferimento chiaro agli eventuali danni per la salute".

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro