Pontassieve, la polizia protesta davanti a casa di Renzi

"Cerchiamo un dialogo col premier"

Protesta a Pontassieve (Ansa)

Protesta a Pontassieve (Ansa)

Firenze, 3 dicembre 2015 - Bandiere, striscioni, sagome di poliziotti con coltelli infilati nella schiena e la scritta: 'Ci hanno pugnalato alle spalle'. E' la protesta che da questa mattina va in scena a Pontassieve, precisamente a un chilometro da casa del premier Matteo Renzi. In origine doveva tenersi in piazza Vittorio Emanuele, a breve distanza dalla casa del presidente del consiflio. Il questore Raffaele Micillo ha dato invece l'indicazione di trasferire la manifestazione in una piazza periferica, piazza Mosca, più distante dall'abitazione del premier.

La protesta è stata promossa dai sindacati di polizia Sap, Coisp e Consap per criticare le scelte e gli stanziamenti del governo in materia di sicurezza. Presenti numerosi operatori della Polizia di Stato, non manca anche una delegazione del Conapo, sindacato autonomo dei vigili del fuoco.

«Siamo qui a Pontassieve tirati per i capelli. Cerchiamo un canale di dialogo con il governo. Ci aspettiamo una convocazione perché vorremmo spiegare al premier Renzi che possiamo razionalizzare in modo migliore» le risorse per le forze di polizia. Lo ha detto il segretario generale del Sap, Gianni Tonelli, nella protesta dei sindacati di polizia - Sap, Coisp e Consap -. Il segretario generale del Sap ha detto che «è necessario parlare con Renzi perché è lui che prende le decisioni» nel governo. Sulle recenti misure decise da Palazzo Chigi, Tonelli ha detto che «serve una logica». In particolare, rispondendo ai giornalisti, sugli 80 euro che andranno ai poliziotti, ha detto che «se la logica degli 80 euro era di andare incontro alle famiglie più in difficoltà, allora andava inserito il quoziente familiare». Sul Giubileo, sempre Tonelli ha parlato di ipocrisia perché «è stato detto che c'è un arruolamento per 2.500 agenti, ma 5.000 sono andati in pensione. Quindi ne abbiamo persi 2.500, e non guadagnati come viene detto». 

 

«Essere qui a Pontassieve stamani non è una provocazione ma semplicemente l'estremo tentativo per dialogare con il presidente del Consiglio. Dovevamo essere ricevuti per legge a Palazzo Chigi e non siamo stati ricevuti. Dovevamo confrontarci con il governo, e non è stato possibile». Lo ha detto il segretario generale del sindacato autonomo di polizia Consap, Giorgio Innocenzi.  «Stiamo chiedendo da tempo di essere ricevuti - ha spiegato Innocenzi - Vogliamo parlare, vogliamo dialogare. Questa manifestazione non va intesa come provocazione ma come tentativo di avere un dialogo con il governo per raggiungere le migliori condizioni possibili per la sicurezza, nell'interesse nostro ma soprattutto dei cittadini». Riguardo alle richieste da fare a Palazzo Chigi, Innocenzi ha parlato in sintesi di «trattamento dignitoso per gli appartenenti alle Forze di Polizia e soprattutto di un investimento reale e concreto per l'equipaggiamento, per essere in grado di contrastare effettivamente il terrorismo e la criminalità». 

 

 

«Noi abbiamo fatto una proposta per formare, con soli sei milioni di euro l'anno, gli operatori di polizia alle tecniche di ingaggio con i terroristi, come il tiro dinamico, perché non abbiamo mai sparato con tiro in movimento oppure per esempio per avere nozioni Nbc, per le emergenze di carattere biologico o chimico». Lo ha evidenziato il segretario generale del Sap, Gianni Tonelli, al presidio di protesta della Polizia di Stato in corso a Pontassieve, paese dove abita il premier Matteo Renzi. Tonelli critica così alcune scelte fatte dal governo, evidenziando quelle che invece sono alcune necessità del personale di polizia. Rispetto allo stanziamento di 50 milioni stabilito dal governo, secondo Tonelli «per la polizia ci saranno 15 milioni di questi. Ma quando avremmo comprato diecimila giubbotti antiproiettile e un caricatore in più per ogni operatore, quei 15 milioni saranno già esauriti». «Dire che non ci sono stati tagli alla sicurezza è una bugia», ha aggiunto Tonelli. (ANSA). GUN/DLM
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