Referendum, Renzi chiude la campagna a Firenze: "Questa rimonta la portiamo a casa" / FOTO

Tanta gente in piazza della Signoria per il comizio prima del silenzio elettorale. Il premier chiude con il grido: "Viva Fiorenza"

Renzi sul palco e la piazza (New Press Photo)

Renzi sul palco e la piazza (New Press Photo)

Firenze, 2 dicembre 2016 - "Questa rimonta spettacolare la portiamo a casa". Sono le prime parole di Matteo Renzi nel comizio conclusivo per la campagna elettorale referendaria. La sua battaglia per il sì alla riforma costituzionale, il viaggio lungo tutta l'Italia, si chiude nella sua città, di fronte al Comune che lo ha visto diventare sindaco. In piazza della Signoria c'è il pubblico delle grandi occasioni. Molti hanno sfidato il freddo. L'organizzazione ha provveduto a riscaldare i sostenitori con vin brulé e panini alla porchetta. Il comizio si chiude con i selfie di Renzi, che quasi si getta tra le braccia del suo pubblico per gli ormai consueti selfie e per indossare una sciarpa della Fiorentina. 

Ma la serata si era aperta con un ringraziamento. "Fatemi dire grazie - dice Renzi - a tutte le famiglie che sono in piazza e che stanno prendendo un freddo non banale per dire che questa riforma non è per un partito politico". Il riferimento è a Firenze: "Guardiamo la Torre di Arnolfo come innamorati di questa città. Piazza della Signoria è stata un luogo di nefandezze nella Storia ma qui, prima che dire evviva siamo insieme vorrei che risuonasse forte il messaggio che noi vogliamo bene all'Italia e che chiediamo a tutti di abbassare i toni. Prima di tutto siamo italiani che credono in questo Paese, che non rispondono agli insulti". 

Il palco è da rockstar. E nella piazza trasformata in platea sventolano le bandiere in questo rush finale. Il premier parla della campagna elettorale: "Che bello un Paese che crede nella politica, la sfida referendaria è stata un gesto di amore. Non consideriamo questo un problema, la democrazia non è mai un problema. Abbassiamo i toni e prendiamola con il sorriso. Voglio dire grazie a voi per i vostri volantinaggi, la vostra passione, le vostre discussioni alle sette del mattino e i soldi che ci avete rimesso per fare questa campagna referendaria". 

Renzi parla poi della riforma: "La riforma della Costituzione è diventata una possibilità, diamo agli italiani il diritto di scegliere, noi stiamo dando il potere nelle mani degli italiani, la possibilità di scrivere una pagina di futuro e non stare soltanto a lamentarsi. Per anni siamo cresciuti con quelli che si sono lamentati soltanto. Risolvevi una questione e dicevano 'Però il problema è un altro'. Il problema sono stati loro che per decenni hanno avuto l'occasione di cambiare e non hanno cambiato". 

Il popolo del sì è in piazza della Signoria "in una piazza magnifica, penso che siano d'accordo gli amici che sono sul palco con me. Noi siamo con le persone e con la gente. Cosa ci porta questa riforma? La riduzione dei costi? Sì c'è, da dieci anni ci parlano di sprechi della politica. Fa impressione avere il parlamento più numeroso del mondo ed è giusto cambiarlo. Ma non siete qui a prendere il freddo per togliere 300 poltrone e non siete qui per superare il bicameralismo paritario. Se siete qui è perché volete dare alle nuove generazioni la speranza di dire alle generazioni che le cose possono cambiare. Siete qui perché volete cambiare il destino dei vostri figli, siete qui perché credete nella politica".

Renzi parla di Obama: "Il suo grande messaggio è 'Yes we can', 'Noi possiamo'. Mai avrei pensato di poter discutere con il presidente Obama del ruolo dell'Italia nel mondo. Ma ricordo anche che alle primarie comunali il motto dei fiorentini era 'No, un si pole'. Il messaggio era di un autoblocco, come se ci costringessimo a dire che i sogni erano arditi. L'Italia ha tutte le condizioni per dare fiducia alle nuove generazioni". 

Se vince il sì, "l'Italia diventa leader in Europa perché la situazione internazionale è in totale caos. I Paesi dentro al grande disegno europeo oggi sognano di innalzare muri, loro che sono stati salvati dall'abbattimento dei muri. Il mondo non sembra accorgersi che la paura dell'altro, la paura del domani è così forte che arrivano risultati sorprendenti alle elezioni in tutto il pianeta. Noi non possiamo lasciare solo chi soffre e non possiamo accettare che l'Italia sia il bancomat dell'Europa. Se vince il sì da lunedì mattina l'Italia può essere un punto di riferimento. La Francia e la Germania sono in campagna elettorale, è l'ora di iniziare noi italiani a dire cosa vogliamo dall'Europa, a darle dei valori. L'Europa non è solo Bruxelles ma sono le strade delle nostre città".

Renzi parla del G7: "Doveva essere Firenze ma un'importante personalità ha detto che in Sicilia c'è solo la mafia. E io ho guardato questa personalità e gli ho detto che il prossimo G7 lo avremmo fatto a Taormina per mostrargli la bellezza. Sarà un G7 complicato, il primo G7 di Donald Trump e di un nuovo presidente francese. C'è un bisogno del G7 forte. A novembre del 2017 guideremo il Consiglio di Sicurezza dell'Onu e porremo i nostri valori al centro". 

In quanto al referendum di domenica "si gioca una partita enorme. Il punto non è cosa succede a me o al Governo. Se vince il no è evidente che la situazione economica è più vulnerabile. Faremo più fatica ma la affronteremo se vince il no. Il sì serve a rafforzare l'Italia, non il Governo. Se vogliamo essere seri, ci sono tantissime persone indecise che non credono alle bufale ma che hanno dei dubbi, sono perplessi. Dobbiamo andare a incontrarli, a cercarli uno per uno perché è su queste 48 ore che si gioca tutto. Tutti i dati ci dicono che abbiamo la possibilità di andare a trovare le persone che sono anche un po' impaurite dal tono negativo e che hanno voglia di sentirsi dire da voi più che da me perché il sì può cambiare la loro vita, un sistema italiano che è totalmente impaludato". 

In piazza ci sono anche i figli di Renzi con la moglie Agnese. "Vorrei dire loro grazie per la pazienza che hanno avuto. Ma vorrei anche dire una cosa a ciascuno di loro tre. Quando con Agnese per la prima volta siamo andati a un comizio eravamo al teatro tenda, l'attuale Obihall. E al teatro tenda sentimmo un giovane politico che diceva delle cose molto belle, era il 1995. Diceva che si poteva credere nella politica, che si poteva continuare a combattere tutti insieme. Quel giovane politico si chiama Walter Veltroni e sono contento che anche Walter ci aiuti in questa sfida. Così come anche tanta gente del centrodestra che sta con noi a cercare di cambiare il Paese. Con Agnese pensammo che bello poter vivere in un Paese che non si vergogna dei propri politici. Purtroppo non è così, siamo vissuti con presidenti del consiglio più o meno al centro di scandali internazionali. Non voglio giudicare il passato, la Storia sarà scritta nei prossimi anni e vedremo. Mi interessa dire ai miei figli che loro potessero essere orgogliosi dell'intera classe politica". 

Renzi è di fronte al rush finale: "Sono certo che se qualcuno di noi in queste ore scarica la rubrica del telefonino, mette al centro delle cose concrete, fa capire che questa non è la battaglia di un uomo solo al comando. Quando riusciremo tutti insieme a fare casa per casa le ultime 48 ore avverrà una cosa bellissima. Secondo me si vince, ma in ogni caso avremo fatto vincere la politica". Chiusura con il saluto finale a Firenze. Il popolo di piazza della Signoria, "è pronto alla rimonta clamorosa - dice Renzi -. Viva Fiorenza, viva l'Italia". 

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