Referendum, Nardella: "Questa è una sconfitta che brucia"

Il sindaco: "Probabilmente abbiamo sbagliato perché non siamo riusciti ad attirare davvero l'attenzione sulla sfida della riforma"

Il sindaco Dario Nardella

Il sindaco Dario Nardella

Firenze, 5 dicembre 2016 - "Ci dispiace molto, questa è una sconfitta che brucia".  Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella a Radio Capital parlando del voto sul referendum. E ha aggiunto: "E' una sconfitta netta, come ha ammesso con grande chiarezza e senza alcun tipo di esitazione il presidente Renzi che, con quel bellissimo discorso di stanotte, ha dimostrato linearià, coerenza e amore per questo Paese".

Matteo Renzi, continua, che "ha lasciato, ha tratto le conseguenze di un risultato così netto", ma "noi probabilmente abbiamo sbagliato perché  non siamo riusciti ad attirare davvero l'attenzione sulla sfida della riforma, a lasciare che il referendum diventasse invece un voto politico, un voto sul governo".

"Renzi ha saputo conquistare la leadership, dal mio punto di vista dovrebbe continuare a guidare il Pd", ha aggiunto. "Da soli, perché siamo stati soli nel sostenere il sì - ha sottolineato - abbiamo raccolto il 40% dei voti degli italiani, circa 12 milioni di voti: credo che si debba ripartire da questo grande patrimonio di consenso e di fiducia". Per questo, ha ribadito, "sono convinto che Renzi possa continuare a guidare il Pd, con entusiasmo e una fase nuova". 

"Francamente non credo che il Pd, ora, con questo risultato referendario, possa essere la forza che guida il governo. Dico una cosa, quel che giustamente ha detto Renzi: ora facciano un passo avanti i leader del fronte del no", ha poi aggiunto il sindaco di Firenze. 

Quindi adesso la proposta per la legge elettorale deve farla il fronte del no? "Dicano loro la prima: hanno vinto, dovranno dimostrare di essere uniti anche in una proposta alternativa, non solo nel criticare il governo Renzi. Hanno preso 19 milioni di voti…".

Certo, ha sottolineato, "una cosa è prendere 12 milioni di voti con una forza omogenea come la nostra, altro dividere 19 milioni di voti tra Berlusconi, Salvini, Grillo, D'Alema e Meloni. Però a loro, ora, l'onore e l'onere di indicare la strada". Se il presidente della Repubblica provasse a ridare l'incarico a Matteo Renzi, che succede? "Lo conosco bene, una volta ammessa la sconfitta non cerca qualche sotterfugio per ritornare in pista, magari con una soluzione rabberciata come governi di qualche mese o di comodo. Non ce lo vedo". 

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