L’ambasciatrice inglese punta sul Sì: "Il referendum? Vogliamo stabilità"

Jill Morris, assist a Renzi. "E anche sui migranti ha ragione l’Italia"

STRETTA DI MANO Jill Morris con Sergio Mattarella (Ansa)

STRETTA DI MANO Jill Morris con Sergio Mattarella (Ansa)

Firenze, 21 settembre 2016 - «CHE COSA devono votare gli italiani al prossimo referendum? Non credo mi competa esprimere indicazioni in merito...».

Però il suo collega americano lo ha fatto invitando a votare Sì...

«Beh, in questo senso dico solo che per il Regno Unito è importante che l’Italia abbia un governo stabile per guidare l’economia. Per quanto possibile, noi faremmo di tutto per favorire ciò».

Jill Morris da poche settimane è il nuovo ambasciatore del Regno Unito in Italia. Forse memore del clamore sollevato dall’ endorsement renziano dell’ambasciatore Usa, lei sceglie un profilo più basso. Misura le parole, calibra le risposte, smussa i concetti. Lo stesso, però, leggendo in filigrana le sue parole, par di capire che anche a Londra le ultime posizioni renziane contro questa Europa non dispiacciano per niente. Ma proprio per niente. Compreso quanto è successo a Bratislava, nell’ultimo vertice Ue.

Già, Bratislava: signora ambasciatore, che effetto le ha fatto vedere i Paesi europei che si riuniscono per la prima volta senza il suo Paese?

«Beh, è normale che dopo la Brexit gli altri Paesi vogliano parlare del futuro della Ue».

Però?

«Però per noi è importante sottolineare come fino all’uscita ufficiale noi restiamo un Paese Ue, con il diritto di partecipare a tutte le riunioni. Compreso il consiglio dei ministri programmato per ottobre».

Quando chiederete allora ufficialmente di uscire?

«Il nostro primo ministro ha detto chiaramente non prima della fine dell’anno. Sul resto non posso dirle altro perché non ci sono ancora i dettagli».

Il suo Paese è fuori dall’Ue per una convinzione dei suoi concittadini o per una politica sbagliata di Bruxelles?

«La decisione è del popolo britannico, ma quando la gente va a a votare il voto è determinato da molti motivi. L’importante adesso è altro».

Che cosa?

«Importante adesso è trovare un percorso per l’uscita con gli altri Paesi che protegga gli interessi comuni. Siamo convinti che ciò sia possibile».

Lei però avrà visto come oggi Renzi e Merkel abbiano una diversa visione della Ue....

«Se mi chiede da che parte sto le rispondo solo che il mio Paese non entra nel merito. Noi siamo solo concentrati sul percorso per l’uscita. E per meglio difendere gli interessi britannici, mi creda, noi auspichiamo una Ue potente e forte con meno divisioni possibili».

Il dopo referendum per la Gran Bretagna però non è stato catastrofico...

«No, anzi. I nostri fondamentali economici sono rimasti fortissimi. Per il futuro però è molto importante che le relazioni commerciali continuino così. Comprese quelle con l’Italia».

Li rassicuriamo allora i nostri connazionali a Londra che le cose non cambieranno?

«Beh, per adesso mi pare non sia cambiato niente».

Ma poi?

«L’intenzione del governo britannico è proteggere i diritti degli italiani nel Regno Unito, ma per questo serve una condizione».

Quale?

«La reciprocità. Anche i diritti dei cittadini britannici nella Ue devono essere rispettati. Se ci sarà reciprocità non ci saranno problemi».

Viste come sono andate le cose da voi, inviterebbe gli italiani a uscire dalla Ue?

«Questa è una questione che non riguarda me ma il vostro governo. Noi, anche se fuori dalla Ue, restiamo profondamente europei per cultura e per storia».

Il muro che state costruendo a Calais non va però contro l’idea di Europa?

«Calais è una parte del fenomeno che colpisce molti Paesi, il problema dei flussi migratori. Non possiamo concentrarci solo sulle conseguenze ma affrontare questo alla radice».

Come?

«Risolvendo i motivi per cui la gente lascia i propri Paesi d’origine. La scorsa settimana il nostro ministro degli Esteri Boris Johnson ha offerto appoggio all’Italia per iniziative in questo senso»

Come legge allora il successo che negli ultimi tempi intercettano molti movimenti antieuropei?

«Come il frutto di un’insicurezza dovuta a un immigrazione che, a molti, appare senza controllo e di una crisi economica che ha creato grandi livelli di insoddisfazione fra i ceti popolari. Se c’è una cosa da fare e contrastare l’insicurezza e favorire la crescita».

Lei è da poco in Italia ma del Movimento 5 Stelle un’idea se l’è fatta?

«Beh, è interessante osservare un ‘movimento’ che si dice alternativo a ogni partito... Di certo adesso con le due sindache... si può dire vero?... vedremo come si comporterà nella gestione del potere».

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