Elezioni, il caso Rignano. Nel Pd parte il processo a Renzi senior

Il giorno dopo il tonfo sede chiusa e niente dati affissi in vetrina. "Candidata sbagliata, troppi errori"

Daniele Lorenzini e Eva Uccella (foto Germogli)

Daniele Lorenzini e Eva Uccella (foto Germogli)

Rignano sull'Arno (Firenze), 13 giugno 2017 - Dopo lo stordimento della notte della legnata epocale a Rignano sull’Arno, il Pd ha ufficialmente aperto il processo e chiuso le porte della sede del partito. Per la prima volta nella storia, sulla porta a vetri della sezione non sono stati affissi i risultati elettorali: 29,6% per la candidata dem Eva Uccella, che aveva ricevuto il sostegno di ministri e deputati, 49% per Daniele Lorenzini che si conferma sindaco. Una settimana di riflessione, ognuno per sé, poi la resa dei conti. Perché se il Pd aveva messo in conto anche di poter perdere, le proporzioni della sconfitta chiamano tutti all’appello. E il primo è Tiziano Renzi, che del Pd di Rignano è di fatto ancora segretario. Perché l’assemblea della diaspora, quella che avrebbe dovuto accogliere le sue dimissioni, non c’è mai stata. L’inchiesta Consip stava divampando, il sindaco Lorenzini, che era stato ricandidato per acclamazione a metà febbraio, nel frattempo aveva rotto con Renzi senior per via della mancata condivisione della scelta di correre con una lista civica che non fosse marchiata dal simbolo del Pd.

Proprio in quei giorni Lorenzini era stato ascoltato come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione che vede indagato babbo Tiziano per traffico di influenze, ma si è anche appena consumata la scissione nel Pd nazionale. "Amarezza" è la parola che Tiziano Renzi ridice più spesso. Per commentare l’inchiesta Consip, per chiedere di essere lasciato in pace. E ora anche per la sconfitta, "una grande delusione". Farà un passo indietro, del resto lo aveva già fatto, anche se mai è stato ratificato. La sconfitta è sua. Principalmente sua. Ora è facile anche puntare il dito.

Eva Uccella è una sua scelta, ma era la candidata migliore? La vicesindaca aveva già perso alle primarie del 2012 contro il dottore, il sindaco Lorenzini. E allora perché questa decisione che, qualcuno, col senno di poi, reputa da kamikaze? "Sono un pensionato, non ho incarichi, non ho niente da commentare", ha detto ieri a Rignano.

Ci vuole tempo, il tempo per assorbire il colpo. Nessuno se l’aspettava al Pd. Ora Eva Uccella fa mea culpa e il sindaco Lorenzini lavora per formare la squadra. Il consiglio comunale avrà dodici membri tutti ex Pd, a cominciare dal candidato della sinistra Samuele Staderini per arrivare agli otto eletti nella lista di Lorenzini, oltre ovviamente ai 3 dem (compresa la Uccella): un paradosso della politica. Maggioranza e opposizione che arrivano tutti dallo stesso partito. Dopo la notte dei lunghi coltelli, l’ipotesi di tornare insieme? "Si deve ricomporre", per la Uccella: "I toni, in questa campagna elettorale, sono andati un po’ oltre".

Ma Lorenzini è "un uomo libero". Apre a tutti senza tornare indietro: "Non appartengo a nessun partito". Qualcuno lo accusa di non essere di sinistra: "Lasciamo perdere".

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