Firenze, 28 maggio 2014 - DOPO 24 ANNI lascia Palazzo Vecchio, dove è stato consigliere, assessore, presidente del consiglio comunale. Un addio sofferto, ripagato solo dalla strabiliante vittoria di Dario Nardella. Non è un mistero che volesse essere lui a correre per sindaco, il sogno più grande di tutta la sua vita. Ma è andata in un altro modo. E pur col dispiacere nel cuore, Eugenio Giani ha lavorato sodo, con lealtà e abnegazione per la campagna elettorale degli altri.
Dopo tanto tempo non sarà più a Palazzo Vecchio.
«Sono molto contento dell’affermazione di Dario, che ho sostenuto con convinzione. E’ vero che fare il sindaco era la mia massima aspirazione. Non c’è ruolo politico che mi affascini di più. Ma sono contento di far parte di una squadra che ha contribuito al successo del Pd».
Rifarebbe il sacrificio di non partecipare alle primarie?
«Sì certo. Era giusto che Renzi potesse contare sul gruppo che l’ha sostenuto fin dall’inizio e quella mia rinuncia ha evitato competizioni interne al Pd che potevano essere logoranti. Non so se in futuro Matteo mi darà qualche incarico di responsabilità a Roma. Certo è che dovrà essere compatibile col mio ruolo di consigliere regionale, che è un modo per continuare a lavorare per Firenze».
Le manca già Palazzo Vecchio?
«No, perché Nardella mi ha già chiesto di continuare a seguire i festeggiamenti per i 150 anni di Firenze capitale. E poi perché ci sono tante questioni della città che devono essere decise a livello regionale. Penso all’Alta velocità, al sistema tranviario, alla scelte per la Fortezza da Basso, all’impegno per l’attuazione del Pit e l’allungamento della pista di Peretola. Insomma, credo di essere il vero rappresentante fiorentino in Regione. Del resto io ritengo davvero di avere ancora molto da dare per la città. E quindi continuerò a lavorare».
Fra i tanti momenti belli vissuti a Palazzo Vecchio ne scelga uno.
«Fu indimenticabile il 10 agosto del 2002, quando insieme all’allora sindaco Domenici mi sono ritrovato a sottoscrivere dal notaio Cavallina la nascita della nuova Fiorentina con Andrea Della Valle. E sono fiero che oggi la città sia orgogliosa della nostra società viola».