Firenze, 1 luglio 2013 - Dopo alcuni mesi che mancava dalle sedute del consiglio comunale, oggi {{WIKILINK}}Matteo Renzi {{/WIKILINK}}ha partecipato alla riunione in Palazzo Vecchio intervenendo su numerosi temi, a partire proprio dalle accuse sul suo assenteismo, affermando: "Il Presidente del Consiglio non va sempre in Parlamento, ci vanno i ministri. In questo caso non ci va il sindaco ma spesso i suoi assessori. Lo dico con franchezza guardandoci negli occhi".

"Un consigliere comunale prende meno di quanto dovrebbe, ad esempio, se paragonato a un consigliere regionale. Detto questo - concluso Renzi - preferirei consiglieri comunali che vanno nelle
periferie
a guardare le buche o comunque i problemi, invece di stare in commissioni spesso inutili e autoreferenziali".

Matteo Renzi è poi intervenuto in merito alle polemiche scoppiate nelle ultime settimane, dopo l'omelia del Cardinale di Firenze, Monsignor {{WIKILINK}}Giuseppe Betori{{/WIKILINK}}, dove in riferimento allo {{WIKILINK}}scandalo escort {{/WIKILINK}}veniva denunciata una certa 'trasgressione' nei costumi del capoluogo toscano: "Difendo il diritto di qualunque soggetto, anche della chiesa, a esprimere la propria opinione, l'ho sempre difeso; io credo nella laicità che vuol dire ascoltare tutti, io dico oggi che sono oggetto di un duro attacco politico che parte dall'opera del Duomo e prosegue con l'omelia del cardinale e che probabilmente proseguirà nelle prossime settimane".

"Non sono così ingenuo da non pensare che - ha proseguito il sindaco di Firenze - nel linguaggio della Chiesa ruiniana, nella scuola della vecchia Conferenza episcopale italiana, un'omelia così dura nel giorno del patrono non abbia un significato ultroneo, e lo rispetto - ha aggiunto Renzi - è giusto che si descriva Firenze come una città in cui la mission è trasgredire, che vive in una sorta di squallore? Si sono dette nell'omelia di San Giovanni parole molto dure. Ma dico che Firenze - ha dichiarato Renzi - è diversa da come è stata rappresentata in questi giorni".

Infine, sulla liquidazione coatta del Maggio musicale fiorentino Renzi ha affermato: "Chi non vuole la liquidazione, vuol dire che vuole pagare tutto alle banche. E in effetti c'è una tradizione di sinistra favorevole alle banche...". "La liquidazione coatta amministrativa con i lavoratori - ha proseguito - c'entra il giusto con questo strumento che va a incidere sulla partita del debito e la chiude. Chi la propone non si può dire che ce l'ha con i lavoratori, semmai con le banche. Non mi si venga a dire - ha aggiunto Renzi - che io sto attaccando i lavoratori".