Firenze, 1 marzo 2013 - 'Cio' che volevo per l'Italia l'ho detto nelle primarie. Ho perso. Adesso faccio il sindaco'. Dopo giorni di silenzio seguiti alle elezioni e alla "vittoria-sconfitta" del Pd, Matteo Renzi rompe la cortina che aveva creato tra sè e la sterminata comunità del web che lo segue sui social network. Giorni in cui il sindaco di Firenze, abituato a un dialogo costante con simpatizzanti ed elettori, si era virtualmente negato, preferendo mantenere un basso profilo. La mattinata del primo marzo è servita a squarciare il silenzio. Con due diversi interventi in cui in apparenza l'uno smentisce l'altro. Prima le dichiarazioni in cui Renzi si dice pronto a fare il presidente del consiglio se fosse proposto dal Pd in una rosa di nomi al Presidente della Repubblica Napolitano in fase di consultazioni. Il sindaco interviene anche su Facebook. C'era una grandissima "fame" di suoi interventi dagli utenti, tanto che il post ha avuto numeri da record, con oltre tremila condivisioni e oltre duemila commenti in pochi minuti.

IL SINDACO SU GRILLO - "Bisogna rimettersi in sintonia con gli italiani, non giocare al compro baratto e vendo dei seggi grillini". Per Renzi "quando durante le primarie, chiedevamo di abolire il finanziamento pubblico ai partiti, o ai parlamentari e consiglieri regionali di rinunciare ai vitalizi, fino alla richiesta di non considerare appestati quelli che la volta prima avevano votato Lega o Pdl (le primarie si vincono convincendo la tua gente, ma le elezioni si vincono convincendo anche quelli fuori dal tuo recinto) o fino alla proposta di far uscire i partiti dalla Rai, noi eravamo chiari. Ma non abbiamo avuto la capacita' di convincere. Colpa mia, l'ho detto". Il sindaco di Firenze ha poi aggiunto che "non abbiamo il copyright su queste proposte: Mi piacerebbe - ha osservato - che li rilanciassimo noi, non per raccogliere il voto di qualche parlamentare grillino ma per recuperare un rapporto con il Paese, con gli italiani. "Trovo sbagliato e dannoso inseguire Beppe Grillo sul suo terreno, quello delle dichiarazioni ad effetto. Quello della frase di tutti i giorni. Tanto lui cambia idea su tutto, la storia di questi ultimi 30 anni lo dimostra. Grillo non va rincorso, va sfidato. Sulle cose di cui parla, spesso senza conoscerle". 

 

IL SINDACO SCRIVE SU TWITTER - Poi con un Tweet appunto, quello in cui sembra smentire quello che l'uomo della strada ha letto solo pochi minuti prima. 'Cio' che volevo per l'Italia l'ho detto nelle primarie. Ho perso. Adesso faccio il sindaco', scrive dal suo profilo Twitter. Era dal 24 febbraio che il sindaco non cinguettava. Frasi che fanno discutere e che incendiano il web, che proprio durante l'assenza di Renzi aveva ampiamente dibattuto sul ruolo del sindaco di Firenze nel Pd.

INTERVENTO ANCHE SU FACEBOOK - ''Quello che volevamo per l'Italia lo abbiamo proposto alle primarie. Dagli Stati Uniti d'Europa fino all'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, noi ci abbiamo messo la
faccia, presentando un progetto serio. Ho perso le primarie. Adesso faccio il sindaco perche' la serieta' non e' un optional''. Lo ha scritto Matteo Renzi su Facebook aggiungendo: ''Capisco i rimpianti, ma
preferisco vivere di progetti''.

L'INTERVENTO SULLA E-NEWS - ''Ho combattuto Bersani a viso aperto quando non lo faceva nessuno, guardandolo negli occhi. Non lo pugnalo alle spalle, oggi: chiaro?''. Lo ha scritto Matteo Renzi, sindaco di Firenze, nella sua Enews di oggi.  "Niente giri di parole: il centrosinistra ha perso le elezioni. La vittoria numerica alla Camera non e' sufficiente e lo sappiamo. E non si dica: "Ah, gli italiani si sono fatti abbindolare, non ci hanno capito, come ha detto qualche solone dei nostri in tv nelle ore della de'bacle. Gli italiani capiscono benissimo i politici: casomai non sempre accade il contrario". "Io - aggiunge - quello che avevo da dire l'ho detto alle primarie. Non ce l'ho fatta, mi sono preso la mia responsabilita'. Ho praticato la lealta' in tutta la campagna elettorale: non perche' mi convenisse, ma perche' e' giusto rispettare i risultati, sempre. Perche' credo che lo stile abbia un ruolo persino in politica. Oggi non diro': "Ma io ve l'avevo detto. Quelli che sono stati zitti durante le primarie e che poi ci spiegano che loro avevano capito tutto sono insopportabili: passi saltare sul carro del vincitore, ma adesso affollare quello del perdente
mi suona ridicolo".

'Le voci che vogliono Renzi pronto a fare il premier non sono vere"'. Lo ha scritto su Twitter Marco Agnoletti, portavoce del sindaco di Firenze, a proposito dell'ipotesi di Renzi alla guida di una grande coalizione.

L'ultimo post sul profilo Facebook, del 22 febbraio, ha avuto 1300 condivisioni e circa quattromila commenti. Un post in cui Renzi invitava a telefonare e a convincere gli indecisi, alla vigilia delle elezioni che per il Pd si sarebbero rivelate un mezzo disastro. In quel post molti avevano commentato senza lasciar spazio a interpretazioni: "Con Bersani candidato premier, il mio voto non lo avranno caro Matteo, solo te avrei votato", il senso degli interventi degli utenti. I toni dei commenti dopo la sconfitta sono cambiati. La "base" su Facebook ha invocato una nuova discesa in campo di Renzi. Che ora, con un Tweet, sembra mettere la parola fine alla querelle.

Francesco Marinari

@framar1977