Firenze, 17 novembre 2012 -  Si è conclusa la terza e ultima giornata della convention alla Leopolda. Stamani alla ex stazione ferroviaria, per assistere alla convention di Matteo Renzi, è approdato anche Emiliano Viviano, portiere della Fiorentina. Nelle settimane scorse il suo allenatore, Vincenzo Montella, aveva dichiarato la sua simpatia per il il sindaco di Firenze, candidato alle primarie del centrosinistra. E nel pomeriggio c'è stata la visita anche di Cesare Prandelli, commissario tecnico della nazionale italiana di calcio, che si è intrattenuto a parlare con Renzi, conosciuto quando allenava a Firenze.  Poche settimane fa il ct aveva avuto per il rottamatore parole di elogio.

BLITZ DI BALLANTINI - Blitz alla Leopolda dell'imitatore di Matteo Renzi, Dario Ballantini. A sorpresa, il comico, camicia bianca come quella del sindaco di Firenze, e' salito sul palco ed ha improvvisato un 'minicomizio', con il 'vero' Renzi ad assistere alla performance, in piedi vicino alla prima fila. ''Mi ha chiamato al telefono Berlusconi - ha detto Ballantini - e mi ha chiesto com'e' questa Leopolda? me la presenti?'' ''Il meglio sono io - ha aggiunto - lo rifondo io il Pd; si', Pd, Partito Da solo...maremma leopolda!''.

L'INTERVENTO DI RENZI - Renzi intorno alle 10,30  arriva alla Leopolda direttamente da Palazzo vecchio in sella sua bicicletta. Prima di entrare all'interno della sala dove si svolge la convention saluta i numerosi militanti e si concede per alcune foto. Oggi è il suo giorno, la kermesse si chiuderà solo dopo il suo intervento. Renzi sale sul palco e la sua parola d'ordine risuona come un imperativo categorico su tutta la platea: vincere, e lo grida a chiare lettere non appena inizia a parlare: ''Abbiamo una brutta notizia per voi -esordisce il sindaco - vogliamo vincere, perché non ci interessa a noi vincere, interessa al Paese che vinciamo noi''. "Il popolo della Leopolda e' stato descritto sui giornali come alla ricerca di un 'piano B'. Dicono che Renzi riunisce i suoi per discutere del piano B se perde: a noi non ci interessa, a noi interessa vincere, e vincere bene, nell'interesse del Paese". "Non ci interessa il premio simpatia - ribadisce con forza - e chi si ritira all'ultimo chilometro non e' un romantico, e' un vigliacco". 

CASO IACHINO - Una battuta anche sul caso Iachino: "Chiedo al nostro segretario Pierluigi Bersani - ha detto Renzi - se non sia il caso di dire una parola su chi ha detto che Ichino e' dalla parte sbagliata, e non si debba candidare con noi: lo ha detto il segretario della Cgil''. ''Dove sta Ichino lo decide Ichino e gli elettori che lo votano, non il segretario di un'organizzazione sindacale. Spero che Bersani difenda il diritto di Ichino di stare in questo partito'' contro ''l'arroganza di mandare via'' qualcuno. Infine una stoccata alla "Qualcuno ha detto, 'se vince lui preparo il foglio della deroga': Rosy, rispetta l'ambiente, non lo fare nemmeno il modulo della deroga!''. 

APPELLO AL VOTO - Non è mancato un affondo anche al sistema burocratico: ''C'e' da fare un quarto d'ora in fila per cambiare un sistema della comunicazione pubblica dove i portavoce di partito continuano a dettare legge nei Tg della Rai''. Secondo Renzi vincendo si puo' anche ''radere al suolo il sistema della burocrazia, ma serve un quarto d'ora di fila, se no non ce la facciamo''.

IL PD AL 30% - Più determinato che mai il rottamatore si rivolge agli elettori: "Se oggi il Pd nei sondaggi è sopra il 30%, andate a ricercare quelli che dicevano che le primarie ci avrebbero distrutto, quelli che ci accusavano di voler rompere tutto, e chiedete conto delle loro affermazioni, delle loro assurdità". "Nella campagna elettorale delle primarie - afferma Renzi - non abbiamo parlato male dell'usato sicuro, abbiamo detto che abbiamo un'idea diversa"."Domenica prossima non ci sono due caratteri, due curricula, due tradizioni a confronto. C'e' un modello di futuro basato sulla sicurezza e serenita' e dall'altro uno che dice 'scopriamo il futuro come sfida o l'Italia non ha destino'". E chiude: "Ce la giochiamo fino all'ultimo giorno con questa passione".

"SEGRETARIO PD? STESSE POSSIBILITA' DI DIVENTARE PAPA - "Ho le stesse possibilita' di diventare Papa che di diventare segretario del Pd, e' un rischio che non corro ne' io ne' il Pd''. Lo ha detto Matteo Renzi, in una conferenza stampa a margine della convention alla Stazione Leopolda.

''Sono piu' interessato a pensare cosa deve fare un uomo di governo - ha aggiunto il candidato alle primarie del centrosinistra - Il segretario del partito per prima cosa deve pensare ad andare al governo. Sogno un Paese in cui il nome del segretario del Pd, cosi' come quello dei democratici americani, nessuno sa quale sia''.
 

GLI INTERVENTI DI SCALFAROTTO E BONAFE' - Ivan Scalfarotto, vicepresidente del Pd, ha preso la parola dopo Simona Bonafe' e prima di Maria Elena Boschi, due delle tre donne alla guida del comitato elettorale di Renzi.

''Se Matteo Renzi rappresenta il 40-45% dei nostri elettori, e i dirigenti che lo appoggiano sono solo 7 o 8, vuol dire che abbiamo perso il contatto con quel 40% di elettori'', ha detto Scalfarotto.  'Il Pd - ha aggiunto - non appartiene alla maggioranza dei suoi militanti e dei suoi elettori, appartiene a tutti i suoi militanti ed elettori''.