Firenze, 30 ottobre 2011 -  Si è conclusa la convention dei Rottamatori alla Leopolda. Dalle venti tutti gli interventi dei tre giorni saranno online le ''100 proposte per l'Italia'' che nei prossimi due mesi saranno arricchite ''da chi vorra' dare un contributo'', creando cosi' una sorta di 'Wiki-Pd'. 
Per lanciare una ''rivoluzione delle idee'' nel Pd dalla kermesse fiorentina sono state proposte precise 'ricette': abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, scommessa sulle questioni ambientali, abolizione del valore legale del titolo di studio, abolizione dei vitalizi, superamento del bicameralismo perfetto, dimezzamento del numero dei parlamentari, riforma delle pensioni, introduzione del reato dell' 'omicidio stradale', cancellazione delle Camere di commercio. 

 

LA PAROLA AL SINDACO RENZI

 

E' l'atto conclusivo della tre giorni della convention dei rottamatori, la parola passa al primo cittadino di Firenze che inizia il discorso con un 'grazie': " Grazie a tutti quelli che hanno reso possibile la Leopolda". "Se qualcuno di coloro che stanno fuori - continua Renzi - pensava che la Leopolda fosse l'elenco di ambizioni di qualche giovanotto in cerca di poltrone questi tre giorni sono stati una risposta. Se qualcuno pensava che noi scalciassimo per candidarci,avete sbagliato. Non siamo ragazzini bisognosi di scalare le tappe, non abbiamo il balo di San Vito non corriamo".
 

"I nostri nonni - attacca Renzi - ci hanno lasciato una casa, ma i nostri nonni politici ci hanno lasciato il conto al ristorante. Noi reclamiamo il futuro per ciascuno di noi, per i nostri figli con un principio base per cui il futuro non può essere quella cosa su cui si scaricano i problemi". Il conto lasciato al ristorante dai nonni politici è invece "debito pubbli o, che è la cosa più ingiusta e immorale che un bambino si trovi oggi ad affrontare".

"La mia paura più grande - continua il sindaco - e' che di fronte al fallimento del governo il centrosinistra non sappia rispondere o replichi senza coraggio e solo con slogan e conservazione''. "Il centrosinistra - dice - non puo' dividere i lavoratori dagli imprenditori. Non e' questo il centrosinistra che vogliamo. Qui alla Leopolda abbiamo parlato poco di Berlusconi: noi siamo qui per parlare del futuro e lui non e' il futuro. C'e' una cosa che non perdono al Governo di centrodestra: e non e' una legge, non e' un 'Lodo', non e' una scelta politica, ma e' l'idea di aver portato il nostro Paese, nell'immaginario collettivo, ad essere come la sede della volgarita' e della banalità. Noi invece rivendichiamo bellezza per il futuro, la bellezza come fattore politico''.
 

Infine la stoccata a Bersani: "E' evidente che c'e' un problema di rapporto con le vecchie ideologie dei partiti. Lo dico con il massimo rispetto verso Pierluigi Bersani. Il modello di Pd per cui ci sono i dirigenti del Pd che danno la linea agli eletti, i quali sono chiamati ad andare dagli elettori a fare volantinaggio per spiegare, andava bene nel '900. Le primarie non sono solo un modo per selezionare in modo diverso la classe dirigente. Sono un ribaltamento. Gli elettori che scelgono, non col casting, e che poi possono andare a muso duro a dirgli cosa hanno fatto o cosa non hanno fatto. Se pensate che io debba prendere la linea economica di questo Paese da un signore che non prende nemmeno i voti nel suo condominio, io non ci sto".
 

 

"Bisogna avere il coraggio - attacca Renzi - di dire che in un Paese non e' normale che cambino tutte le volte i simboli dei partiti e rimangano le stesse facce: a te, mamma, che sei schifata dalle immagini della politica in tv quando vedi Scilipoti; a te, ragazzo, che contribuisci alla alla fuga dei cervelli; a te, lavoratore, che non devi avere paura e tocca anche a te, dirigente politico".


La convention è iniziata con applauso caloroso rivolto alle vittime dell'alluvione in Toscana e Liguria. A chiedere di stare vicini agli abitanti della provincia di Massa-Carrara della è stato il presidente del Consiglio regionale dell'Emilia Romagna, Matteo Richetti (Pd), che ricordato a tutti i presenti la possibilita' di donare 2 euro con un sms alle terre alluvionate. E subito la platea ha risposto con un forte e sentito applauso. Un applauso particolare a Sandro Usai, 40 anni, il cui corpo e' stato recuperato stamani nel mare davanti a Monterosso. ''Da dodici mesi - ha ricordato Renzi - la Protezione civile e' spesso sui giornali per scandali e cose del genere. Noi qui vogliamo dire grazie ai volontari che anche in questi giorni sono impegnati per le popolazioni colpite dalle alluvioni. E in particolare vogliamo ricordare Usai che ha perso la vita per aiutare i suoi concittadini'.

 

 

LA PAROLA, ANZI LE DITA,  A GUIDO CASTELVECCHI

L'editore Guido Castelvecchi coglie tutti di sorpresa: fa schioccare le dita a tempo alle persone presenti in sala, chiede di chiudere gli occhi e ascoltare il cuore. Alla Leopolda ci sono circa 2.500 persone.

 

LA PAROLA A MARTINA MONDADORI

A preso poi la parola con un "Matteo ora tocca a te" Martina Mondadori, figlia di Leonardo Mondadori e componente del consiglio di amministrazione della casa editrice.  ''Voglio - ha detto - dare alcuni spunti per quando Matteo sara' Presidente del Consiglio''. ''L'Italia che sogno - ha sottolineato Martina Mondadori - rimette la cultura al centro e investe su di essa. La cultura non e' spreco di risorse, non e' capriccio di pochi intellettuali, ma e' risorsa per tutti. A chi dice che di cultura non si mangia rispondiamo che invece nutre menti, territorio ed economia''. ''La mia generazione - ha proseguito - e' disgustata dal fare politica, perche' si ha paura di rimanere
in debito a vita con qualcuno. C'e' la necessita' di cambiamento e c'e' voglia da parte della nostra generazione di impegnarsi per l'italia: quindi Matteo tocca a te''.

 

LA PAROLA A GIORGIO GORI

"E' il momento di uscire dalle tane nelle quali ci eravamo riparati. E' quanto ci chiede l'amore per il nostro Paese. Matteo, io ci sono". Cosi' Giorgio Gori, fondatore della casa di produzione 'Magnolia' ed ex direttore di Canale 5,  ha concluso il suo intervento sul palco del 'Big Bang'. "Non mi rassegno - ha proseguito Gori - a vedere il mio Paese sempre in fondo alle classifiche, a vedere sempre le stesse facce su quelle poltrone, a sentire ragazzi che dicono 'io non ho futuro' ed all'idea che il futuro debba essere sempre peggiore del passato. Anche per questo - ha detto ancora Gori - ho tirato fuori dal baule la parola 'io', ed a dire 'io ci sono'. Io questa partita me la voglio giocare con ragazzi ostinati di 30/35 anni". In apertura d'intervento, Gori aveva anche parlato di Rai, sostenendo che "e' necessario mettere i partiti fuori dalla televisione di Stato".


 

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