Il genio di Picasso e la modernità spagnola

A Palazzo Strozzi per la prima volta i disegni di Guernica / FOTO / VIDEO

Eugenio Carmona il curatore della mostra "Picasso e la modernità spagnola" (New Press Photo)

Pressphoto,Firenze Palazzo Strozzi mostra Picasso , Eugenio Carmona curatore mostra, Foto Moggi Gianluca/NEWPRESSPHOTO

Firenze, 18 settembre ­ Il grido straziante rivolto al cielo da cui piovono le bombe, la lingua appuntita come un coltello e quello sguardo fisso e paralizzato in un orrore senza fine. Per la prima volta arrivano in Italia una quindicina di disegni preparatori di Guernica, schizzi a matita, a inchiostro, ad olio e acquarellati che raccontano il processo creativo del capolavoro di Pablo Picasso che, dalla Guerra Civile in Spagna in poi, sarebbe diventato un simbolo per tutte le tragedie dell’era moderna. Il nucleo di disegni proviene dal Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid insieme a un’ottantina di altre opere che da sabato 20 settembre fino al 25 gennaio 2015 saranno esposti a Palazzo Strozzi.

La mostra, curata da Eugenio Carmona, storico dell’arte dell’Università di Malaga, ha per titolo «Picasso e la modernità spagnola» e illustra l’influenza che il genio nato a Malaga ha avuto su tutta l’arte del ventesimo secolo e su molti grandi artisti suoi connazionali quali Joan Mirò, Salvator Dalì, Juan Gris, Maria Blanchard e Julio Gonzalez, presenti con dipinti e sculture. «Cerchiamo di mettere a fuoco aspetti inediti o comunque meno conosciuti di questo artista che non finisce mai di stupire – spiega Carmona – e in particolare sul rapporto tra realtà e sopra- realtà, natura e cultura, l’impegno davanti alla tragedia storica , l’emergere del mostro dal volto umano, fino alla metafora del desiderio erotico come fonte privilegiata di creazione e visione del mondo».

Due delle nove sezioni della mostra sono dedicate a Guernica e all’intuizione che porterà Picasso a rielaborare il mito classico del Minotauro per narrare l’orrore della guerra e del genocidio della città basca. Piangono i cavalli – emblema del popolo spagnolo e piange la donna che stringe il figlio morto al petto. Ma quell’urlo di dolore davanti alla distruzione è anche un richiamo alla ribellione, in una sistesi di sofferenza ma anche di lotta. Fra le opere di Picasso non mancano capolavori assoluti come Ritratto di Dora Maar del 1939, per la prima volta esposto in Italia e «per molti aspetti una sistesi di tutta l’esperienza picassiana fino a quel momento», spiega il curatore. E ancora Testa di donna (1910) e Il pittore e la modella (1963), I gronghi , Siurana, Il sentiero (1917). A illustre il rapporto con gli spagnoli del suo tempo, Figura e uccello nella notte (1945) di Miró, Arlecchino (1927) di Dalí, la sculture di Julio González Grande Venere, Composizione cosmica di Óscar Domínguez; Antoni Tàpies con Marrone con ditate laterali n. LXIII.

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, con la collaborazione della Soprintendenza del Polo museale fiorentino e il contributo di Comune di Firenze, Provincia di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi e Regione Toscana. Catalogo Mandragora.

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