Piazze dell’alcol, risse e incidenti. Ecco la notte ad alta gradazione

I giovani? L’eccesso è la normalità. Pronto soccorso da tutto esaurito / VIDEO

Una notte in servizio con i volontari della Misericordia di viale Paoli

Una notte in servizio con i volontari della Misericordia di viale Paoli

Firenze, 3 marzo 2015 - DRINNN. Il telefono squilla. E’ il 118. Sandro, uno dei volontari, si alza di soprassalto, corre a rispondere. «Ragazzi c’è da uscire». Le porte dell’ambulanza si aprono, le sirene cominciano a vibrare e sul display della cabina di guida tutte le indicazioni: «Piazza Ghiberti, codice giallo». Sterza a destra, poi a sinistra, le cinture sono ben allacciate, perché corre più veloce del vento la grande macchina dei soccorsi, ogni secondo è prezioso. Vitale. E’ cominciata così la nostra notte da volontari a bordo dell’ambulanza della Misericordia San Piero Martire di Campo di Marte. Una notte passata tra le frenetiche corse contro il tempo e tutta l’umanità che si respira nelle sale d’attesa degli ospedali fiorentini. Tra storie di solitudine e frammenti di esistenza che si rincorrono e intrecciano tra loro. Sabato, ore 20.20, l’alcol scorre già a fiumi. Le sirene sono spiegate, Sandro è al volante, Marco e Valeria si precipitano sul posto. C’è già la Misericordia di Firenze poi arrivano anche la polizia e i carabinieri. Ci risiamo. Si tratta dell’ennesima rissa a bottigliate dove nel mezzo c’è finito anche un cane sguinzagliato.

E’ cominciata come una delle solite liti per una parola di troppo tra un gruppo di tre amici e una coppia con un cane ed è finita con una corsa al pronto soccorso. «Sono volate minacce e bottiglie, uno dei tre ragazzi è stato colpito con i cocci di vetro» racconta un testimone. Gli altri due amici, invece, sono stati presi a morsi da un cane, utilizzato come un’arma. «Si sono fatti male». Le sirene si accendono e l’ambulanza imbocca la strada per l’ospedale di Santa Maria Nuova. Non siamo i soli. Il pronto soccorso è un viavai di persone di tutte le età, di giovani carichi di alcol, turisti alle prese con piccoli infortuni e anziani segnati dagli acciacchi dell’età. Tutta la notte è stata un susseguirsi di telefonate: dalla donna in gravidanza alla signora sola di 74 che è scivolata a terra e non ce l’ha proprio fatta a rialzarsi: il suo peso non le permette di muoversi. «Non ce la faccio proprio» ha detto. E ci sono anche le mamme, svegliate in piena notte dai pianti dei figli. E’ l’una, il 118 segnala un codice rosso per un bimbo di due anni. Ha una crisi convulsiva. La mamma è preoccupata sale sull’ambulanza con la piccola e non riesce proprio a stare ferma. E’ nervosa. Il padre ci segue con la macchina. Le sirene si accendono, Ferruccio, al volante, corre più che può. Rebecca e Gabriele, gli altri due soccorritori, confortano la donna. Il display è puntato in direzione Meyer: in pochi minuti ci siamo. Anche qui la sala d’attesa è piena di genitori con i più piccoli avvolti nelle copertine che aspettano il proprio turno. Piangono a dirotto, l’attesa è struggente per loro. Gli ospedali fiorentini di notte brulicano. Di vita in attesa di una mano. Dalle piccole indigestioni alle conseguenze dell’abuso di alcol da scontare. La maggior parte degli interventi riguarda soprattutto loro: i giovani. La nostra notte finisce poco prima delle sette del mattino: un ragazzo sui 30 anni ben «carburato» di alcol in via Cocchi ha preso in pieno lo spartitraffico schiantandosi contro le auto in sosta: lui sta bene, anche se a stento si regge in piedi, ma i veicoli sono distrutti. «Non ero io al volante» mette le mani avanti. «La persona che guidava è andata via. Ma io non sono ubriaco, da ubriaco non guido». Un classico del sabato notte.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro