Il fascino di Pelléas et Mélisande

Successo per l'opera di Debussy al Maggio Musicale

Una scena del Pelléas et Mélisande al Maggio (Simone Donati)

Una scena del Pelléas et Mélisande al Maggio (Simone Donati)

Firenze, 19 giugno 2015 _  L'edizione del Pelléas et Mélisande di Debussy andata in scena all'Opera di Firenze come ultimo spettacolo del 78° "Maggio" è destinata a segnare una tappa importante nella recente storia del festival. Il pubblico che assisteva alla prima, purtroppo non molto numeroso, l'ha accolta con l'entusiasmo di solito riservato al melodramma popolare premiando la lucida coerenza di una lettura realizzata in perfetta sintonia fra immagini e interpretazione musicale. Il regista Daniele Abbado ha puntato su una visione astratta ma di forte impatto teatrale sfruttando con intelligenza il suggestivo impianto scenico disegnato da Gianni Carluccio e i costumi di Francesca Livia Sartori privi di precise connotazioni temporali. La storia è quasi interamente ricreata all'interno di una apertura ellittica che si compone nel primo quadro e scompare nell'ultimo: uno spazio scomodo e angusto a suggerire l'atmosfera angosciosa del castello che imprigiona tutti i personaggi. Pochi elementi bastano a definire i diversi ambienti e la presenza della natura è affidata al trascolorare del magnifico gioco di luci.

Nella stessa dimensione cupa e tesissima, lontana dal flou impressionistico e dai languori snervati di un generico debussysmo, si è orientata la direzione di Daniele Gatti ottenendo dall'orchestra, in forma smagliante, una resa di mirabile trasparenza e flessibilità perfettamente calibrata in rapporto alle voci. La sorpresa più grande è venuta però dalla sfida vittoriosa di impiegare una compagnia interamente italiana a ricreare i personaggi con insolita corposità drammatica, dalla Mélisande psicologicamente complessa e dolcissima di Monica Bacelli al Pelléas luminoso e smarrito di Paolo Fanale, dal tormentato Golaud di Roberto Frontali al commosso e imponente Arkel di Roberto Scandiuzzi, dalla poetica Geneviève di Sonia Ganassi al perfetto Yniold di Silvia Frigato. Al termine tutti premiati, insieme a Gatti e ai responsabili dell'allestimento, da intensissimi applausi.

Giuseppe Rossi 

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