Firenze, 10 settembre 2010 - Cuccioli di cane e gatto nella vetrina di un bar, fra caramelle e caffé al ginseng. E al telefono di carabinieri e vigili cominciano ad arrivare le proteste di cittadini preoccupati per i piccoli animali 'brutalmente mercificati'. Una decina le segnalazioni: "Quel bar espone animali vivi". Così, intorno alle 18 del pomeriggio di ieri, parte il controllo della polizia zoofila.


Quando è stato avvertito dell'arrivo dagli agenti, il titolare, che al momento non si trovava nel locale, se l'è vista brutta: "Ho pensato: oddio è successo qualcosa di grave – racconta – è morto qualcuno". Ma è bastato poco perchè Massimo Giusti si rendesse conto del 'qui pro quo'.


Da alcuni giorni il bar tabacchi all'angolo fra via Vittorio Emanuele e via Taddeo Alderotti mette in vendita, accanto ai tradizionali prodotti, dei gadget-peluche, alimentati da batterie e dotati di dispositivo meccanico. I pupazzetti, accoccolati in comode cucce, simulano il respiro di un vero cucciolo addormentato. Sono provvisti di 'certificato di adozione' e di etichetta con il prezzo (30 euro). Un'attenta osservazione non lascia spazio a dubbi. Evidentemente, però, la vetrina ha tratto in inganno più di un passante, tanto da spingerlo a alzare la cornetta e a lanciare l'allarme.


"Non appena i poliziotti si sono accorti dell'equivoco – continua Massimo – hanno chiesto scusa". E la cosa si è chiusa lì, nell'ilarità generale. Se la ridono anche gli habitué del bar, increduli e divertiti al racconto della bizzarra vicenda. "Impossibile prenderli per animali veri – sbotta esterrefatto Franco Laico – affezionato frequentatore del locale –. Non ho parole". Gli fa eco anche una passante, che di fronte alle bestiole non ha alcuna perplessità: "Verosimili, ma evidentemente finte".
Eppure c'è chi, nel 'tranello', ci cade. "Ma sono cani veri? - si chiede Ghino, adolescente, zaino in spalla e capelli lunghi, mentre dà una sbirciata alla vetrina. Poi realizza: "Devo ammettere, ci stavo cascando anche io".


Così, onde evitare nuove denunce animaliste, Massimo si è visto costretto a appendere un cartello: "Belli, ma finti" . Di togliere dalla vetrina i peluche, non se ne parla: "Anche stamattina ne ho venduti due" assicura. Vanno a ruba, infatti, nonostante il prezzo: più che contenuto per un cucciolo in carne e ossa, forse un po' gonfiato per un banale animaletto di pezza.