La lezione di Mamma Orsa

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 17 settembre 2014 - CARO DIRETTORE, non è una semplice questione di animalismo. Al contrario: ciò che è accaduto ci deve mettere in guardia per il nostro futuro. L’orsa uccisa perché faceva l’orsa, i capodogli morti in fuga, terrorizzati dalle trivelle; persino i lupi uccisi e gettati in piazza in Maremma ci dicono che l’uomo vuol occupare tutto. Tra poco resteremo l’unica specie, orrenda.  Paoletta Savini, via mail

L’UOMO NON SI FERMA, cara Paoletta, neanche di fronte a se stesso. Figuriamoci se porta rispetto agli animali. Va tutto bene - anzi, male - nelle polemiche sull’uccisione di Mamma Orsa, quello che non mi riesce di condividere è il coro del conformismo peloso - è il caso di dirlo - che monta uno scandalo in rete, perché Bruno Vespa definisce «stupida» la morte di Daniza. Stupida perché inutile; stupida perché vergognosa nella superficialità dei comportamenti di chi l’ha catturata; stupida perché si poteva, si doveva evitare. L’enfasi caotica della discussione sconfina nel... guai a chi non segue il copione, e in questo modo distrae dall’indignazione per storie tragiche come questa. Allora orso è il genere umano, che pensa di rispettare la natura e gli animali, in realtà si comporta in maniera diversa. Il primo consiglio è di educare i giovani ad amare gli animali, così come loro sono capaci di esprimere lo stesso amore, in certi casi più intenso e fedele, verso l’uomo. E come l’uomo, e Mamma Orsa, proteggono i propri figli. 

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